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Microbi mai visti prima, potrebbero aiutarci a capire un grande mistero

Alcuni microbi che sono stati scoperti al Polo Nord potrebbero fornire finalmente le risposte giuste sulla presenza di vita sul pianeta Marte

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Marte, la vita "spiegata" dai microbi Fonte foto: NASA/JPL–Caltech/MSSS

Come amava ricordare lo scrittore Greg Bear, ogni ora miliardi di microbi nascono, muoiono e non contano nulla. Ce ne sono però alcuni destinati ad essere ricordati per sempre. Si tratta di piccolissimi esseri viventi che si trovano al Polo Nord, per la precisione nelle più basse profondità del permafrost, lo strato di ghiaccio che non si scioglie mai.

Il loro compito potrebbe essere quello di fornire nuove informazioni sulla vita su Marte.
Ormai è certo che l’uomo andrà sul pianeta rosso prima di quanto si possa immaginare, però bisogna andarci preparati e saperne di più sulle eventuali forme che potrebbero aver popolato questo suolo. I microbi saranno dunque fondamentali da questo punto di vista, ma in che modo?

Gli esemplari in questione si trovano nei pressi di Lost Hammer Spring, territorio che fa parte del Canada e in pieno Circolo Polare Artico. Si sta parlando di una delle acque più fredde e salate della Terra, con il sale stesso che funge per l’appunto da antigelo, altrimenti l’acqua non rimarrebbe liquida a temperature così basse. Inoltre, manca l’ossigeno e questa caratteristica rende il luogo molto simile a Marte, pianeta che ha proprio dei depositi salini (residui dell’acqua antica). Gli scienziati si sono imbattuti di recente nei microbi, una forma di vita quasi insperata per le condizioni estreme di Lost Hammer Spring.

Eventuali forme di vita

I ricercatori del posto hanno sequenziato i genomi di questi microbi e di altri organismi, scoprendo indizi preziosi su quella che potrebbe essere stata la vita in un ambiente difficile come quello di Marte. Una delle principali ricerche che ha riguardato il pianeta rosso è quella sull’acqua, di conseguenza si capisce quanto queste novità siano utili per venire a capo del mistero delle eventuali forme di vita. Non è stato comunque un lavoro semplice, visto che l’accertamento della presenza di comunità microbiche attive ha richiesto diversi anni. Come hanno fatto questi esseri viventi a sopravvivere?

Le “sorprese” del permafrost

I microbi di cui si sta parlando sono anaerobici, dunque non hanno bisogno dell’ossigeno per respirare. Per il loro metabolismo, invece, devono reperire metano e composti inorganici, in particolare anidride carbonica e solfuro (tutti presenti su Marte). Il permafrost che ha acceso nuovamente i riflettori su uno dei principali misteri marziani ha la particolarità di emettere di continuo dei gas che vanno a incorporare il metano. Si tratta di un dettaglio fondamentale secondo gli esperti, dato che potrebbe essere l’ennesimo indizio sulla formazione dei pennacchi di metano che hanno visto come protagonista proprio il pianeta rosso.

I ricercatori sono rimasti letteralmente sorpresi dai microbi del Circolo Polare Artico. A differenza di altri organismi simili, infatti, non hanno bisogno di materiale organico e di ossigeno per continuare a vivere. A loro basta immagazzinare azoto dall’atmosfera, il che li rende adatti alla sopravvivenza in ambienti molto estremi, non soltanto sulla Terra. Tra le aree marziane in cui potrebbe esserci vita c’è il cratere Jezero, quello scelto dalla NASA per la propria missione e che in futuro è destinato a riservare nuove sorprese, anche se è ancora troppo presto per sbilanciarsi da questo punto di vista.