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SCIENZA

È un albero biblico ritenuto scomparso: è risorto grazie a un seme vecchio 1000 anni

È stato riportato in vita (con non poca fatica) piantando un seme di 1000 anni: à cresciuto per 15 anni e ora è perfettamente in salute

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Non si può parlare di miracoli né di gesti divini o superiori, anche se è innegabile il collegamento con i testi sacri: un team internazionale di ricercatori ha fatto risorgere un albero biblico, usando un seme di 1000 anni fa. Una notizia già sorprendente (e sicuramente d’effetto) di per sé, ma che diventa ancora più interessante se si tengono in considerazione i lunghissimi tempi passati tra il ritrovamento del seme e la crescita dell’albero.

La scoperta del seme e il progetto di rinascita

Come spiega lo studio pubblicato sulla rivista scientifica Communication Biology, infatti, il seme è stato recuperato oltre trent’anni fa (tra il 1986 e il 1987) durante gli scavi archeologici ai tempi in corso all’interno di una grotta naturale appena a nord di Gerusalemme, nel Wadi el-Makkuk. Gli studiosi dei tempi hanno conservato il seme, notando le sue ottime condizioni, presso il Dipartimento di Archeologia dell’Università ebraica.

La seconda fase della storia inizia quindici anni fa, quando una studiosa specializzata in archeobotanica, la dottoressa Sara Sallon, ha deciso di avviare un progetto di rinascita e ha selezionato il seme in questione, nell’ambito di una ricerca sulle potenziali applicazioni dei semi storici in molti campi. Il seme è stato piantato e tenuto sotto stretta osservazione, in un ambiente isolato, finché non ha iniziato a germogliare.

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L’analisi del DNA e il collegamento biblico

Con grande attenzione, in questa fase di rinascita il seme ritrovato a Gerusalemme è stato sottoposto a delle analisi che hanno dato dei risultati estremamente interessanti: il suo DNA lo collega, infatti, a un genere di alberi che sebbene oggi siano scomparsi erano menzionati nella Bibbia. Apparterrebbe infatti al genere Commiphora, della famiglia dell’incenso e della mirra.

La famiglia delle Commiphora comprende attualmente circa 200 specie di piante viventi e si trovano comunemente in Africa, Madagascar e nella penisola arabica, ma quella germogliata dall’antico seme è unica nel suo genere: sembra che la sua resina sia gommosa, ricca di proprietà aromatiche e promettente per diverse applicazioni etnobotaniche.

Oggi, 15 anni dopo essere stato piantato, l’albero biblico è alto ormai 3 metri e ha persino un nome: è stato chiamato Sheba e seppur con la dovuta cura è ancora oggetto di analisi all’avanguardia, finalizzate a comprendere meglio a cosa poteva effettivamente servire nel passato e come potrebbe essere utile nel futuro.

Sheba e i prossimi semi del passato

Il fatto che Sheba sia cresciuto così tanto e sia ancora in salute è straordinario, ma che possa permettere agli scienziati di descriverne le caratteristiche per la prima volta è un vero successo. Implica infatti che altri semi del passato possano a conti fatti essere piantati, analizzati e riprodotti, cosa che potrebbe dare una speranza a una parte di vegetazione ormai andata perduta, di cui sono rimaste poche e stentatissime testimonianze.

Attualmente sono in corso nuovi studi per sviluppare tecniche e tecnologie che possano permettere la germinazione in sicurezza anche di quelli che sono apparentemente semi compromessi. Non resta che aspettare le prossime evoluzioni, nella speranza di poter veder resuscitare molte altre antichissime specie vegetali.

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