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Perché dopo i disastri nucleari vengono piantati i girasoli

Questo tipo di fiori sono stati piantati nelle aree di alcuni incidenti nucleari come Chernobyl del 1986 e Fukushima del 2011 e si ritiene assorbano le radiazioni.

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Perché dopo i disastri nucleari vengono piantati i girasoli Fonte foto: iStock

Nelle aree colpite da importanti disastri nucleari vengono piantati migliaia di girasoli. Così è avvenuto, per esempio, intorno a Chernobyl dopo l’esplosione del 1986 oppure a Fukushima dopo lo tsunami del 2011 che danneggiò le centrali sulla costa orientale del Giappone. Pochi mesi dopo l’esplosione dei tre reattori nucleari nel paese del Sol Levante, Koyu Abe, capo monaco del vicino tempio buddista di Joenji spiegò a Reuters che si piantavano “girasoli, senape da campo, amaranto e cresta di gallo” perché “si ritiene assorbano le radiazioni”. A confermare questa teoria è anche la scienza con alcune ricerche che hanno portato alla semina di questa specie di fiori anche dopo l’incidente degli anni ’80.

Perché si seminano i girasoli dopo un disastro nucleare

A Fukushima, poco dopo il disastro nucleare, sono stati coltivati più di 200mila piante dalle quali sono nati almeno 8 milioni di girasoli. Secondo ricerche scientifiche questo fiore ha la capacità di ripulire i rifiuti radioattivi e, per questo motivo, sono stati piantati anche a seguito del più grave incidente della storia del nucleare a Chernobyl nel 1986. “I girasoli sono davvero bravi ad assorbire alcuni isotopi radioattivi“, ha spiegato lo scienziato Michael Blaylock.

Questa tipologia di piante ha tutta una serie di proprietà pratiche che li rende ideali per la pulizia di elementi nocivi nucleari. I fiori crescono rapidamente e praticamente ovunque e, inoltre, immagazzinano la maggior parte della loro biomassa nelle foglie e negli steli. In questo modo il materiale radioattivo assorbito può essere smaltito senza dover estirpare le radici. Il processo che utilizza le piante per eliminare tossine dall’ambiente viene chiamato fitorisanamento ed è stato un enorme successo a Chernobyl dove, a seguito dell’esplosione, nel terreno e nell’acqua delle aree circostanti erano stati rilasciati carichi di elementi radioattivi di cesio e stronzio.

Il processo funziona perché gli isotopi “imitano” i nutrienti che il girasole assorbirebbe naturalmente: il cesio imita il potassio, di cui le piante hanno bisogno per la fotosintesi, e lo stronzio emula il calcio, che fornisce loro supporto strutturale. Secondo Balylock, il fitorisanamento “è stato molto efficace per l’acqua”, mentre per il suolo il funzionamento sarebbe più complicato. Questo spiegherebbe il fallimento della fitodepurazione a Fukushima, dove non si è riusciti a trovare alcuna pianta in grado di ridurre efficacemente i livelli di isotopi radioattivi nel suolo. Blaylock ha sottolineato però che l’ambiente di Chernobyl e quello di Fukushima sono molto diversi e che, comunque, il processo di fitirisanamento in Ucraina ha richiesto diversi anni.

Sul tema del nucleare si dibatte spesso e in tutto il mondo e se alcuni Stati frenano, in altri le ricerche e le tecnologie si moltiplicano con importanti imprenditori che stanno finanziando nuovi progetti, come Jeff Bezos che ha sovvenzionato la General Fusion nella realizzazione di un impianto nucleare pilota con l’obiettivo di creare energia pulita ed economica.

Stefania Bernardini

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