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Dai ghiacciai un messaggio dal passato che può salvare la Terra

Ebbene sì: qualcosa che parla dei ghiacciai del passato può aiutarci in maniera considerevole a salvare la Terra, dandoci una speranza su ciò che concerne il cambiamento climatico

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Un messaggio dal passato: può salvare la Terra Fonte foto: iStock

Quando camminiamo sul suolo del nostro pianeta e ne ammiriamo le bellezze perdiamo di vista il fatto che la sua storia è antica, anzi, antichissima. Ciò invece è molto chiaro a scienziati e ricercatori, che proprio nel passato della Terra cercano delle risposte ai tragici avvenimenti che potrebbero aspettarci in futuro. Una di queste risposte pare essere stata trovata nel cuore delle antiche calotte glaciali che, in epoche antichissime, si sono sciolte.

Sappiamo infatti che durante le ere glaciali gran parte del Nord America e del Nord Europa erano ricoperti da enormi ghiacciai: ecco, il modo in cui sono scomparsi, secondo i ricercatori, dissipano una serie di dubbi sul cambiamento climatico e potrebbero aiutarci a salvare la Terra, evitando che vada incontro alle conseguenze più tragiche del fenomeno.

Gli antichi ghiacciai e le risposte a un’annosa questione

Dunque, circa 20.000 anni fa i ghiacciai si sciolsero. Una delle questioni più annose e discusse riguardante lo scioglimento delle calotte glaciali riguarda un fatto fisiologico: dove è andata a finire l’acqua proveniente, appunto, dallo scioglimento? Di certo sappiamo che via via che le ere passavano, enormi valli si sono formate sotto il ghiaccio per drenarla. Eppure, un nuovo studio può aiutare i ricercatori a capire come proprio quest’acqua potrebbe rispondere al calore estremo dovuto al cambiamento climatico.

Gli autori dello studio sono gli scienziati inglesi delle università di Cambridge, Sheffield e Manchester, che hanno collaborato con i dipartimenti di ricerca geografica polare delle università di Edimburgo e della Norvegia. Insieme, questa squadra internazionale ha preso in analisi dei dati che sono poi stati pubblicati sulla rivista Quaternary Science Reviews, mostrando, per la prima volta in assoluto, quanto sia fondamentale che l’acqua disciolta si faccia strada attraverso fessure o condotti, allentando la pressione della calotta glaciale.

I ghiacciai e le migliaia di valli sotto la calotta glaciale

Sotto il fitto strato di ghiaccio, stando ai dati di riflessione sismica 3D che, in origine, erano stati raccolti attraverso le valutazioni dei rischi per le compagnie petrolifere e del gas, i ricercatori hanno scoperto migliaia di valli, alcune delle quali sono vecchie di milioni di anni e si trovano sepolte in profondità, persino sotto i fondali del mare.

Le valli sono formate da canali che un tempo erano enormi, lunghi fino a 145 chilometri che, sempre stando ai dati, si sarebbero formati molto velocemente e proprio la velocità di formazione è un vero e proprio “messaggio dal passato”, perché ci dice che quando il ghiaccio si è sciolto l’acqua ha scavato le valli rapidamente, in modo tale da stabilizzare lo scioglimento dei ghiacciai e, per estensione, limitare l’innalzamento del livello del mare e tamponare il collasso delle calotte glaciali.

Ieri e oggi: lo scioglimento dei ghiacciai

Ma a conti fatti, come può questo “messaggio” aiutarci a salvare la terra? Innanzitutto, facendo in modo che si tenga conto proprio della velocità di formazione di questi canali. Tenerla in conto e includerla nei modelli odierni relativi alle ipotesi di scioglimento dei ghiacciai aiuterà a migliorare l’accuratezza delle previsioni riguardanti il futuro, permettendo di agire con largo anticipo. Una buona notizia, che però va presa con le pinze.

Infatti, la ricerca pubblicata sul Quaternary Science Reviews riguarda “solo” la calotta che ricopriva Nord America e del Nord Europa. Rimangono ancora da analizzare quella della Groenlandia e dell’Antartide, per capire se e come l’acqua fluisca e quanto velocemente finisce in mare.