L'orbita di Plutone è instabile e caotica: cosa dobbiamo aspettarci
L'orbita di Plutone dipende da Nettuno, Giove e Saturno: in un gioco di equilibri perfetti gli impediscono di schiantarsi o di essere espulso dal Sistema Solare
Qualche anno fa Plutone era sulla bocca di tutti: è un pianeta, non è un pianeta, cosa dobbiamo farne? Ora però, che è stato ufficialmente classificato come pianeta nano, se ne sente parlare molto meno.
E questo è un male, perché in realtà Plutone è un oggetto celeste molto interessante, che non ha ancora capito cosa vuole fare da grande.
La strana orbita di Plutone
L’ex nono pianeta, che come dicevamo oggi è considerato un pianeta nano, ha un’orbita insolita, che è molto allungata e inclinata rispetto a quelle di Marte, Saturno, della Terra e di tutti gli altri cugini.
Plutone impiega 248 anni terresti per compiere una rivoluzione, cioè un giro intorno al Sole, completa. Per 20 di questi anni, il pianeta nano si muove effettivamente dentro l’orbita di Nettuno. Il fatto che non si scontrino mai è una conseguenza di due proprietà dell’orbita di Plutone, note come librazione azimutale e librazione di latitudine.
La prima permette a Plutone di essere ad almeno 90 gradi di distanza da Nettuno ogni volta che interseca la sua orbita. La seconda invece assicura che quando il pianeta nano raggiunge il suo punto più vicino al gigante ghiacciato o agli altri vicini, si trovi sempre al di sopra di essi e del piano del Sistema Solare. Combinati, questi due fattori tengono Plutone lontano dai pericoli.
L’influenza dei vicini di casa
Ora gli scienziati planetari Renu Malhotra del Lunar and Planetary Laboratory dell’Università dell’Arizona e Takashi Ito del National Astronomical Observatory del Giappone hanno sviluppato una maggiore comprensione del perché Plutone sopravviva in questa particolare orbita, e hanno pubblicato il loro studio sulla rivista scientifica Proceedings of the Natural Academy of Science.
I due scienziati hanno preparato delle simulazioni al computer, scoprendo che Nettuno ha la maggiore influenza sulla librazione azimutale di Plutone, perché tra i due c’è una risonanza orbitale 3:2: nello stesso esatto tempo che Nettuno impiega per fare tre rivoluzioni, Plutone ne fa due. Tra l’altro, Nettuno sta vivendo una sorta di anomalia, che gli scienziati stanno cercando di capire.
C’è un elemento che getta disordine in questo sistema perfetto, almeno sulla carta: la gravità di Urano, che destabilizza i vincoli azimutali e latitudinali. Se l’orbita di Plutone dipendesse solo dagli effetti di Nettuno e Urano, sarebbe già spacciato: anzi, in poche centinaia di milioni di anni dalla sua formazione, l’orbita del pianeta nano sarebbe già diventata tanto instabile da farlo schiantare su Nettuno o da espellerlo dal Sistema Solare.
Ma per fortuna esistono Giove e, in misura minore, Saturno: nonostante siano più lontani da Plutone rispetto a Nettuno e Urano, la loro gravità è talmente grande che possono ancora avere un ruolo da protagonisti in questo gioco di equilibrismo. Giove da solo dà un’influenza gravitazionale sufficiente a mantenere stabile l’orbita di Plutone per almeno 5 miliardi di anni – o almeno così stimano le simulazioni al computer. E questo pianeta nano dobbiamo cercare di tenercelo buono, perché secondo alcuni studi recenti potrebbe contenere acqua quasi liquida.
Le scoperte hanno anche conseguenze per gli oggetti con orbite simili a quella di Plutone che hanno a loro volta una risonanza 3:2 con Nettuno, come tutto quello che si trova nella Fascia di Kuiper. Le loro orbite potrebbero potenzialmente nascondere prove dell’esistenza di pianeti perduti che sono stati espulsi dal sistema solare miliardi di anni fa.