Google Pixel 9a, lo smartphone con anima da top di gamma ma prezzo un po' alto
Google Pixel 9a è il nuovo smartphone "economico" di Google con processore Tensor G4, fotocamera da 48 MP e Android 15.
Google Pixel 9a
Google Pixel 9a è uno smartphone di qualità premium in una fascia medio-alta di prezzo, che sembra arrivare da un mondo a parte: non si tratta di fare un elenco asettico di specifiche tecniche buttate dentro uno smartphone senza anima, questo cellulare ha una fortissima personalità già nel suo design, ma esprime il meglio di sé quando lo si accende e si usa il suo software.
Non è un caso che questo sia lo smartphone realizzato da chi sviluppa quotidianamente il sistema operativo Android, gli altri produttori non possono far altro che osservare ed imparare. Stiamo usando da qualche settimana Pixel 9a e, pur con qualche perplessità sul suo prezzo, non possiamo che essere soddisfatti.
- Design essenziale
- Colori originali
- Fotocamera versatile
- Software pulito
- 7 anni aggiornamento software
- Display molto luminoso
- Prezzo vicino al Pixel 9
- Funzioni AI ancora acerbe
- Nessuna fotocamera tele
Il Pixel 9a mette da parte la classica barra delle fotocamere per un design più pulito e sobrio. È piatto, semplice, quasi minimalista. Sembra un omaggio alla neutralità, ma con un tocco personale dato dalla scelta cromatica: ci sono colorazioni come Peony, Iris, Porcelain e il più classico Obsidian, tutte con una finitura opaca che tiene lontane le impronte.
Il retro è in plastica riciclata, il frame in alluminio riciclato, il vetro frontale è un Gorilla Glass 3. Niente effetto wow nei materiali, ma l’assemblaggio è solido e la certificazione IP68 aggiunge una sicurezza in più contro acqua e polvere. Un dettaglio che, per la fascia di prezzo, non è così scontato.
Il processore è il Google Tensor G4, lo stesso del Pixel 9 e 9 Pro, affiancato da 8 GB di RAM e due opzioni di archiviazione: 128 o 256 GB, senza possibilità di espansione. La sicurezza è affidata al coprocessore Titan M2, già collaudato nei modelli precedenti.
Lo schermo è un Actua da 6,3 pollici pOLED con risoluzione Full HD+ e refresh rate variabile fino a 120 Hz. La luminosità raggiunge un picco notevole di 2700 nit, che garantisce una leggibilità perfetta anche sotto la luce diretta del sole.
Connettività al completo: 5G, Wi-Fi 6E, Bluetooth 5.3, NFC, porta USB-C 3.2 e supporto dual SIM (nano SIM + eSIM). Insomma, sotto la scocca non manca niente.
Dopo questa bella lista di informazioni tecniche, che da sole non significano nulla, possiamo raccontare che questo smartphone è reattivo, pur non avendo il miglior processore del mercato, funziona bene e riesce a gestire qualunque tipo di funzionalità.
Non ha incertezze con le app più comuni, gestisce il multitasking senza problemi e lancia i servizi Google in un lampo. Merito del chip Tensor G4, che regala fluidità anche alle operazioni più complesse, come l’editing avanzato con Magic Editor o la generazione di immagini con Gemini.
Non è un telefono pensato per i gamer più accaniti, ma per chi vuole un’esperienza completa, stabile e senza sorprese. Anche l’audio convince: speaker stereo ben bilanciati, due microfoni, cancellazione del rumore. Per chi fa molte videochiamate, non è un dettaglio banale.
La ricezione è stabile, anche in ambienti difficili. Le chiamate risultano chiare da entrambi i lati, grazie alla funzione Clear Calling, che riduce il rumore di fondo dell’interlocutore.
La funzione "Call Assist" offre strumenti utili come "Hold for Me" (che aspetta al posto tuo nelle infinite attese dei centralini), trascrizione dei menù vocali e schermatura intelligente delle chiamate indesiderate. Funzioni che, a lungo andare, fanno davvero risparmiare tempo.
Pixel 9a parte con Android 15, in versione stock, cioè senza modifiche o app preinstallate inutili. L’interfaccia è pulita, essenziale, ma completa. E, dettaglio non irrilevante: riceverà aggiornamenti di sistema e sicurezza per 7 anni.
Le funzioni AI sono la novità di quest’anno. Gemini, l’assistente intelligente, è presente e promette molto: dalla creazione di immagini all’assistenza conversazionale con Gemini Live. Ma al momento, è ancora più scenografia che utilità concreta.
C’è però una costante che continua a fare la differenza: l’ottimizzazione. Le animazioni sono fluide, la gestione della batteria è intelligente e l’integrazione con il cloud e i servizi Google è senza rivali.
Il vero problema può essere solo dato dal fatto che una volta che si prova ad usare pixel, diventa difficile usare altri smartphone del mondo Android, perché la qualità del suo software è davvero inarrivabile.
Google ha puntato tutto sull’elaborazione delle immagini, più che sulla corsa ai megapixel. E il risultato si vede. Il sensore principale è da 48 MP, supportato da un ultra-grandangolo da 13 MP e una fotocamera frontale, anch’essa da 13 MP.
I colori sono realistici, la resa è coerente, e il software sa valorizzare anche le scene più complicate. Macro Focus permette di fotografare dettagli piccolissimi, Night Sight trasforma le notti in scatti pieni di informazioni, e la modalità Astrofotografia è più che una trovata da marketing.
Le funzioni AI come Best Take, Magic Eraser e Add Me rendono più facile scattare e modificare, ma non servono per fare miracoli. Se la luce è buona, le foto sono ottime. Se manca, la differenza con modelli più costosi si nota.
Però, dal nostro punto di vista, il tema più rilevante è quello della personalità delle immagini che si catturano, perché lo stile di Pixel si differenzia da tutto ciò che oggi si trova sul mercato.
Qui arriva una delle sorprese più piacevoli. La batteria da 5100 mAh offre risultati molto solidi: con un uso standard si arriva senza fatica a un giorno e mezzo di autonomia, ma si può fare anche meglio con la modalità Extreme Battery Saver, che promette fino a 100 ore.
La ricarica è rapida via cavo fino a 23W. Ma la novità vera è la presenza della ricarica wireless, una funzione rara in questa fascia di prezzo, e molto comoda per chi ha già una base di ricarica a casa o in ufficio.
In questo caso, bisogna sottolineare il grande salto in avanti nella capacità della batteria rispetto al modello di un anno fa, anche se la velocità di ricarica è un po' limitata rispetto a molti prodotti della concorrenza, questo forse rappresenta uno degli elementi meno esaltanti in un quadro generale particolarmente positivo.
Google Pixel 9a
Il Pixel 9a è un telefono che sa il fatto suo. Ha un hardware solido, un design discreto ma curato, un software che resta il punto di riferimento per l’universo Android e una fotocamera che lavora bene in ogni condizione. Aggiungiamoci una batteria che dura e funzioni smart che semplificano davvero la vita.
Il suo limite? Proprio la parentela con Pixel 9. La differenza di prezzo è ridotta, e chi cerca la massima qualità fotografica farebbe bene a fare il salto. Se invece volete un telefono che non dia problemi per anni, con un’esperienza software impeccabile e aggiornamenti garantiti fino al 2032, allora il Pixel 9a è un’opzione serissima.
Ma Google dovrebbe chiarire meglio il posizionamento dei suoi modelli. Perché con un prezzo appena più basso, questo Pixel 9a diventerebbe non solo interessante… ma decisamente difficile da battere.
Google continua la sua corsa nel mercato smartphone con un modello che, almeno sulla carta, vuole offrire tutto quello che serve… senza strafare. Il Pixel 9a si presenta come l’alternativa più accessibile alla gamma Pixel 9, ma con un livello tecnico che fa dubitare sulla reale necessità di spendere di più.
La promessa è chiara: portare la qualità fotografica, il software pulito e la longevità degli aggiornamenti tipici dei Pixel in una fascia di prezzo meno aggressiva. E il risultato è sorprendente. O quasi. Perché se si guarda meglio, le differenze con il fratello maggiore Pixel 9 sono minime, almeno su alcuni fronti. A cambiare davvero è la fotocamera principale, ma per il resto… il confronto è tutto da fare.
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