Sembra un mostro marino, ma finisce spesso nelle nostre tavole
Lo scorfano vermiglio incute un certo timore a un primo sguardo, ma è uno dei pesci più frequenti delle nostre tavole per via delle sue carni
Brutto ma buono: non si sta parlando di una delle ricette più golose con cui gli amanti della pasticceria si cimentano, ma dello scorfano vermiglio. È un pesce di cui si sente spesso parlare soprattutto per l’aspetto non proprio rassicurante, tanto è vero che il termine “scorfano” è diventato un sinonimo vero e proprio di “orrendo”.
L’oceano, d’altronde, è popolato da creature strane e dall’aspetto curioso: una conferma si è avuta di recente grazie agli studi della National Oceanic and Atmospheric Administration che ha approfondito specie davvero incredibili, proprio come lo scorfano. Nonostante le caratteristiche fisiche di quest’ultimo, però, finisce puntualmente sulle nostre tavole.
Il colore tipico dello scorfano
Proprio come i celebri pasticcini, questi pesci sono brutti ma di ottimo sapore. Lo scorfano vermiglio è originario dell’Oceano Pacifico, per la precisione della zona settentrionale del continente americano, Alaska in primis. Il nome scientifico è, come di consueto, in lingua latina, vale a dire “Sebastes Miniatus”: la prima descrizione assoluta risale addirittura alla fine dell’800, quando due esperti di fauna ittica si imbatterono in diversi esemplari nello Stato americano della California. Il termine Miniatus è quello che più di tutti rappresenta l’animale, visto che significa letteralmente “rosso brillante”. In effetti, il colore tipico dello scorfano vermiglio è lo scarlatto che si nota immediatamente nel corpo e nelle pinne.
Non è soltanto la tonalità a contraddistinguere lo scorfano vermiglio. Le spine di cui è composta la testa sono di vario tipo, alcune possono essere piuttosto dure e tenaci, mentre altre sono più morbide e leggere. Non è meno inquietante la mascella, ruvida e dalle grandi squame, senza dimenticare il peduncolo della coda. Pesci del genere si trovano facilmente nelle vicinanze delle scogliere rocciose, a una profondità che è compresa tra i 6 e i 250 metri, di solito in piccoli banchi oppure in solitaria. Ogni femmina, tra l’altro, è in grado di contenere fino a 1,6 milioni di uova. A questo punto una domanda sorge spontanea: come mai ha un sapore così delicato?
Come mangiare lo scorfano
Come è chiaro, l’aspetto fisico dello scorfano vermiglio e il gusto delle sue carni non vanno di pari passo. Tra i prodotti del mare, infatti, il sapore del pesce in questione è uno dei più interessanti, tanto è vero che non manca mai in zuppe e primi piatti. Le carni vengono considerate pregiate come poche altre, soprattutto perché di consistenza compatta e quindi ideale per tante preparazioni creative. L’incontro ravvicinato, comunque, non è raccomandabile visto che la specie di cui si sta parlando ha una strategia di difesa molto particolare e dolorosa.
Le spine sono una delle caratteristiche peculiari, dunque non è raro che uno scorfano vermiglio, come tutti gli scorfani in generale, possa pungere una persona. Fortunatamente si tratta di un contatto innocuo: c’è una tossina che può entrare in circolo, ma non ci sono conseguenze fisiche per chi rimane coinvolto. Basta un po’ di acqua bollente e il dolore svanisce progressivamente. Sembra un mostro marino, su questo ci sono pochi dubbi, però dopo averlo conosciuto e approfondito risulta quasi “simpatico” e di grande interesse, non solo per motivi gastronomici.