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Vongola dorata d'acqua dolce invasiva scoperta in Nuova Zelanda, cosa si rischia

In Nuova Zelanda è stata scoperta una vongola dorata molto invasiva, che mette a rischio l'ecosistema: c'è un piano in atto

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Vongola dorata Fonte foto: National Institute of Water and Atmospheric Research (Niwa)

Il National Institute of Water and Atmospheric Research (NIWA) è stato impegnato in un progetto dall’enorme importanza. Gli esperti dell’istituto hanno provveduto a eradicare una vongola particolarmente invasiva. Una specie scoperta soltanto in tempi recenti nelle acque della Nuova Zelanda.

Vongola invasiva

Il NIWA ha ottenuto un ricchissimo finanziamento, pari a 10,2 milioni di dollari. L’obiettivo dell’operazione è quello di liberare il territorio dalla presenza di una vongola dorata d’acqua dolce invasiva.

Nello specifico parliamo della corbicula d’acqua dolce, il cui nome scientifico è Corbicula fluminea. Una specie originaria dell’Asia orientale e sudorientale, individuata però a maggio 2023 in svariate località del bacino idrografico del fiume Waikato.

L’investimento economico ha portato a un immediato intervento. Gli esperti hanno infatti evidenziato quanto ciò fosse di fondamentale importanza. Il motivo? Senza l’azione repentina del NIWA ci sarebbe stata un’invasione su larga scala. La corbicula è in grado di provocare ingenti perdite economiche, una volta ben radicalizzata sul territorio. Un danno anche culturale, sociale e di ecosistema molto significativo, ma soprattutto irreversibile, oltre un certo limite.

Ecosistema a rischio

La dottoressa Deborah Hofstra è la Principal Scientist – Freshwater Ecology del NIWA. È stata indicata come capo del programma di ricerca sulla Corbicula. Il tutto finanziato dal MBIE. Ecco le sue parole in merito.

“Questa particolare specie tende a riprodursi in maniera molto rapida e densa. Ciò vuol dire che per ogni singolo metro quadrato vi sono decine di migliaia di individui. Tutto questo indica una necessaria competizione contro le specie autoctone, tanto per il cibo quanto per lo spazio”.

Una competizione che si attua in maniera positiva per la vongola dorata, intasando inoltre le infrastrutture critiche come gli impianti di trattamento delle acque. È stata scoperta soltanto in tempi recenti, il che vuol dire non avere una dettagliata comprensione di come questa specifica specie reagirà alle condizioni della Nuova Zelanda. È dunque necessario del tempo per capire quanto facilmente si diffonderà, quanto sarà grave l’impatto e quali siano i modi più efficaci per poter intervenire.

Ciò si traduce in un durissimo lavoro che si svilupperà nei prossimi cinque anni. In questo ampio lasso di tempo si potrà migliorare la comprensione degli esperti in merito alle vongole dorate invasive d’acqua dolce. Al tempo stesso si potranno sviluppare degli adeguati strumenti per approcciare al meglio la gestione della specie, limitandone estremamente l’effetto sull’ecosistema.

Lo scopo è quello di trovare soluzioni nuove per un controllo efficace. Il tutto finanziato dal MBIE, come detto, nell’ambito dell’Endeavour Fund (questo sostiene l’eccellenza della ricerca e la scienza ad alto potenziale di impatto).

Agire tempestivamente è l’unica via, come detto: “Siamo contenti di ottenere questo finanziamento. – ha spiegato la dottoressa Hofstra – Ciò perché gli effetti di queste vongole potrebbero essere devastanti. Occorre muoversi rapidamente, ora o mai più. Il nostro programma di ricerca sostiene la risposta di Aotearoa-Nuova Zelanda all’invasione. Il tutto per salvaguardare i nostri taonga dalla diffusione della corbicula”.

Questa specie invasiva è diffusa in tutto il mondo, soprattutto in Europa, Sud e Nord America. Considerando come le larve possono muoversi liberamente nell’acqua, il trasporto è facile e rapido. Diventano infatti ospiti indesiderati di barche o attrezzature ricreative in acqua. Intanto il ministero delle Industrie Primarie ha dichiarato la corbicula un organismo indesiderato in Nuova Zelanda ad agosto 2023.

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