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SCIENZA

Allarme inquinamento da plastica: ora lo puoi osservare in tempo reale

La plastica inquina parecchio ed è ovunque, ma grazie a un nuovo dispositivo noto come GPW e che monitora in tempo reale l'inquinamento con delle mappe

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Plastica e inquinamento: mappa innovativa

È inutile negarlo, il mondo è praticamente sommerso dalla plastica. Si tratta di un materiale diffusissimo e che si ritrova in tanti negozi, supermercati in primis. L’inquinamento è un altro dato di fatto, per questo si cerca di ridurre il consumo della plastica con alternative più sostenibili. Intanto si è fatto un bel passo avanti nel monitoraggio di questi rifiuti, con uno strumento innovativo.

Grazie a degli specifici batteri è possibile trasformare questo materiale niente meno che in vaniglia, mentre per la plastica che continua a inquinare il pianeta ci si può avvalere del GPW. La sigla sta a identificare il Global Plastic Watch, il quale sfrutta l’intelligenza artificiale e le immagini satellitari per la prima mappatura in assoluto in tempo reale.

Di cosa si sta parlando nello specifico? Come spiegato da coloro che lo hanno realizzato, il dispositivo è in grado di rilevare siti pieni di plastica fino a una dimensione di cinque metri per cinque. Dopo il rilevamento, poi, provvede a “costruire” una mappa globale interattiva, che si aggiorna di giorno in giorno. Inoltre, sempre in base alle parole degli ideatori, non c’è alcuna volontà di umiliare in qualche modo il sito per via dell’inquinamento. L’obiettivo è quello di fornire a tutti i governi un’arma in più per affrontare il problema e cercare di risolverlo. Tra l’altro, questo strumento è completamente gratuito, un dettaglio che non guasta.

Le situazioni più allarmanti

In effetti, i finanziamenti sono stati garantiti da una fondazione filantropica australiana nota con il nome di Minderoo, un progetto che ha come traguardo principale quello di bloccare il flusso di plastica negli oceani. Proprio a proposito dei mari, esiste da tempo un robot che è in grado di effettuare un’ottima pulizia, ma ancora non basta. Il GPW ha già individuato situazioni al limite, come ad esempio un rogo di rifiuti in una spiaggia dello Sri Lanka, oltre a un sito indonesiano nei pressi di un fiume.

Mammiferi a rischio

Il dispositivo ha già ricevuto il plauso delle Nazioni Unite, dunque la strada intrapresa sembra quella buona. Questa tecnologia all’avanguardia è stata già impiegata da alcuni paesi, tra cui l’Indonesia. La nazione asiatica ha intuito le potenzialità del GPW, e non poteva essere altrimenti. Si sta parlando del quinto maggior contributore al mondo per quel che riguarda la presenza di plastica nell’oceano, una classifica poco invidiabile e che deve essere cambiata. Per fare un esempio a livello globale, ogni minuto di ogni giorno l’equivalente di un camion carico di rifiuti di plastica “entra” negli oceani di tutto il pianeta. Inoltre, sono ben 100mila i mammiferi marini che perdono la vita ogni anno per questo motivo.

Le invenzioni utili e innovative da questo punto di vista non si contano più, c’è anche chi ha pensato a una plastica che evapora al sole. Queste intuizioni, insieme alla mappatura del GPW, possono fare la differenza, visto che l’identificazione dei siti inquinati è qualcosa di totalmente nuovo. Si sta in pratica imitando il modello che ha avuto già successo nel caso della deforestazione, tenendo conto del fatto che i dati relativi alla plastica si basano essenzialmente su modelli e stime. Non sarà un percorso semplice, ma in qualche modo andava iniziato.

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