Libero
SCIENZA

Dove l'acqua del mare sta diventando più alta in Italia

Studi sull'innalzamento del livello del mare in Italia basati su modelli virtuali destano allarme: forse c'è una speranza di salvare le coste legata alla posidonia

Pubblicato:

Il cambiamento climatico sta trasformando coste, città e comunità. Lo sanno bene i ricercatori della Fondazione Cmcc Lecce che ogni giorno, grazie a un supercomputer tra i più potenti d’Europa, studiano fenomeni come l’innalzamento livello mare e l’erosione coste in Puglia. Le proiezioni sono chiare: l’acqua del mare continuerà a salire e, con lei, aumenteranno i rischi di inondazioni delle coste, mareggiate nel Mediterraneo ed eventi estremi. Ma cosa significa davvero? E cosa possiamo fare per convivere con questa nuova realtà?

Il supercomputer che studia il futuro del mare

Nel cuore di Lecce pulsa una macchina straordinaria: un super-calcolatore composto da due strutture battezzate con nomi mitologici: Cassandra e Juno. Questo cervello elettronico è la spina dorsale di un supercomputer particolare, vero motore delle ricerche sul clima della Fondazione Cmcc. Qui si elaborano scenari futuri con strumenti detti “gemelli digitali“, modelli che ricostruiscono in modo virtuale coste, correnti e linee di riva per prevedere come cambieranno nei prossimi decenni.

Grazie a simulazioni accurate, gli esperti riescono a quantificare quanto l’innalzamento del livello mare potrà modificare le mappe delle nostre spiagge. Secondo i modelli, l’aumento potrebbe oscillare tra 30 e 80 centimetri, una soglia in grado di cancellare tratti di litorale vulnerabile.

Erosione delle coste e arretramento delle spiagge

Il fenomeno non riguarda solo le proiezioni: l’erosione delle coste in Puglia è già visibile. Il 60% dei litorali pugliesi soffre di un costante arretramento. Spiagge sabbiose e falesie vedono la sabbia fuggire via, mentre le mareggiate strappano metri preziosi di territorio.

Altri elementi preoccupanti sono l’intensificazione delle mareggiate nel Mediterraneo e i cicloni detti “Medicanes” (fusione di “Mediterranean” e “Hurricanes”): tempeste simili a uragani tropicali, che combinano venti violenti e piogge torrenziali, minacciando zone costiere basse già fragili.

Soluzioni basate sulla natura: la posidonia come scudo verde

Contro l’avanzare del mare, i ricercatori sperimentano strategie innovative. Tra queste spiccano le soluzioni basate sulla natura, come la protezione data dalle praterie di posidonia. Questa pianta marina, spesso vista come un fastidio dai bagnanti, in realtà è un baluardo contro l’erosione.

La posidonia rallenta la forza delle onde, funziona da barriera naturale e contribuisce ad assorbire anidride carbonica, proprio come le foreste sulla terraferma. Progetti pilota testano se ricostruire praterie di posidonia o realizzare barriere frangiflutti possa ridurre l’impatto delle inondazioni sulle coste in zone come Manfredonia.

Una sfida da affrontare

Dietro i numeri e i modelli ci sono ricercatori, dati e comunità locali. Gli studi della Fondazione Cmcc Lecce alimentano il confronto con amministrazioni e cittadini, offrendo strumenti concreti per l’adattamento. L’idea è chiara: non possiamo fermare del tutto l’innalzamento livello mare, ma possiamo limitarne gli effetti, proteggere la linea di costa e imparare a convivere con nuove condizioni.

Ridurre le perdite d’acqua, prevenire l’erosione, scegliere infrastrutture resilienti, ripensare colture e pratiche agricole: queste sono le soluzioni che si intrecciano con l’uso dei modelli virtuali. Una combinazione di alta tecnologia e strategie locali per contrastare il rischio di vedere sparire, sotto le onde, pezzi preziosi di costa e storia. Il futuro è già in cammino: la vera sfida è non restare fermi a guardarlo arrivare.