C'è una nuova teoria sul giorno dell'Apocalisse: forse la fine non è poi così vicina
Quali sono le novità sull'ipotesi di una catastrofica collisione tra Andromeda e la Via Lattea? Una nuova teoria sull'Apocalisse sostiene che potrebbe non avvenire affatto
Una delle più suggestive ipotesi cosmiche è quella della collisione galattica tra la Via Lattea e Andromeda: un evento catastrofico che, secondo le teorie più accreditate fino a pochi anni fa, avrebbe dovuto decretare la fine del mondo (almeno come lo conosciamo) fra circa 5 miliardi di anni. Ma una nuova ricerca condotta grazie ai dati dei telescopi Hubble e Gaia ribalta la prospettiva. La cosiddetta “Apocalisse cosmica“, in realtà, potrebbe non verificarsi affatto.
Un destino scritto nelle stelle? Non proprio
Fin dal 1912 gli astronomi avevano capito che la galassia di Andromeda si stava avvicinando alla Via Lattea, alimentando la previsione di un impatto colossale nel lontano futuro. Le simulazioni suggerivano che le due giganti cosmiche si sarebbero fuse in un’unica supergalassia, in un processo spettacolare ma devastante. Oggi, però, la scienza invita alla cautela: la probabilità di una collisione galattica non è più una certezza, ma solo una possibilità tra le tante.
Grazie a un’analisi approfondita condotta da un team internazionale guidato dall’astrofisico Till Sawala dell’Università di Helsinki, è emersa una nuova teoria sull’Apocalisse dell’Universo: le due galassie potrebbero semplicemente sfiorarsi o addirittura mancarsi del tutto, evitando lo scontro. Tale risultato è stato reso possibile da 100.000 simulazioni cosmiche che hanno tenuto conto di 22 variabili, tra cui l’influenza di galassie satelliti come M33 e la Grande Nube di Magellano.
Andromeda e la Via Lattea: tre scenari possibili
Secondo i nuovi modelli, ci sono principalmente tre scenari possibili. Nel primo, le galassie si avvicinano fino a circa 1 milione di anni luce, ma non entrano mai in contatto. Nel secondo, si sfiorano a 500.000 anni luce, abbastanza da innescare interazioni gravitazionali, ma non una fusione vera e propria. Nel terzo, una collisione vera avviene, ma solo se la distanza scende sotto i 100.000 anni luce.
Insomma, ad oggi, sussiste solo un 50% di possibilità che avvenga una vera fusione galattica nei prossimi 10 miliardi di anni. In pratica, tanto quanto lanciare una moneta. E la probabilità di scontro galattico nei prossimi 5 miliardi di anni, come si temeva in passato? Appena il 2%.
Il ruolo dei telescopi Hubble e Gaia
Le precedenti previsioni catastrofiste si basavano su dati limitati, ma oggi i telescopi Hubble e Gaia ci offrono una visione molto più precisa. Gaia ha misurato il moto laterale di Andromeda con una precisione mai vista prima, mentre Hubble ha raccolto dati sulla distanza, la velocità e l’orientamento delle galassie. I ricercatori hanno integrato queste informazioni in modelli dinamici che offrono una visione molto più sfumata del futuro del nostro Gruppo Locale.
Non si tratta solo una questione di precisione: è anche il modo in cui gli scienziati interpretano questi dati. La presenza di materia oscura, la distribuzione delle masse galattiche e l’influenza gravitazionale reciproca giocano ruoli chiave nell’evoluzione a lungo termine del sistema.
Dobbiamo preoccuparci del futuro cosmico?
In sintesi: l’Apocalisse galattica non è più garantita e, anche se dovesse verificarsi, il nostro Sole avrà già terminato la sua vita, rendendo la Terra inabitabile molto prima. Quindi, possiamo smettere di preoccuparci della fine dell’Universo causata da una collisione galattica. Semmai, è un meraviglioso esempio di come la scienza possa rimettere in discussione anche le teorie più consolidate, grazie a nuovi strumenti e dati.
Il futuro della Via Lattea resta incerto, ma proprio questa incertezza rende la nostra comprensione del cosmo ancora più interessante da ampliare. Il destino del nostro gruppo di galassie è ancora tutto da scrivere.