L'Orologio dell'Apocalisse ha aggiornato la sua ora: quanto manca alla fine del mondo?
L'Orologio dell'Apocalisse segna quanto manca alla fine del mondo: il tempo simbolico si è accorciato a soli 89 secondi, segno che l'umanità è sul baratro
Il Doomsday Clock si è adeguato di nuovo ai nostri tempi, dunque, quanto manca alla fine del mondo?
Considerando la gravità dei pericoli creati dall’uomo, dalle armi nucleari alla crisi climatica, è arrivato il punto di non ritorno. Ecco come stanno le cose.
Quanto manca alla fine del mondo? 89 secondi
Il tempo stringe e l’umanità si trova sempre più vicina a un punto di non ritorno. Secondo l’ultimo aggiornamento del Doomsday Clock, l’Orologio dell’Apocalisse, mancano appena 89 secondi alla mezzanotte simbolica che rappresenta la fine del mondo. Questo strumento metaforico, ideato nel 1947 dal Bulletin of the Atomic Scientists dell’Università di Chicago, misura il livello di pericolo globale derivante dalle minacce create dall’uomo, tra cui armi nucleari, cambiamento climatico, pandemie e progressi tecnologici fuori controllo.
Quando il Doomsday Clock venne introdotto, il principale timore era l’uso delle armi atomiche, una paura radicata nelle devastazioni causate da Hiroshima e Nagasaki. Gli scienziati coinvolti nel Progetto Manhattan, consapevoli della potenza distruttiva delle loro creazioni, decisero di avvertire l’umanità attraverso un simbolo evocativo: un orologio che segna il tempo rimanente prima di una possibile catastrofe globale.
Nel corso dei decenni, le lancette si sono spostate avanti e indietro, riflettendo le tensioni geopolitiche e le speranze di disarmo. Il momento di maggiore ottimismo si verificò nel 1991, quando con la firma del trattato START I tra Stati Uniti e Unione Sovietica l’umanità si trovò a 17 minuti dalla mezzanotte.
Eppure, quel periodo di relativa stabilità sembra ormai un ricordo lontano. Le ultime misurazioni mostrano un pericolo crescente, con un continuo avvicinarsi del punto di non ritorno. Nel 2015 il tempo rimanente era di tre minuti, nel 2017 si ridusse a due minuti e mezzo, per poi toccare la soglia critica dei 100 secondi nel 2020, in concomitanza con la pandemia da COVID-19. Da allora, il margine si è ulteriormente ristretto: nel 2023 e nel 2024 l’orologio segnava 90 secondi, e oggi ha compiuto un ulteriore passo in avanti, lasciando meno di un minuto e mezzo all’ipotetica fine del mondo.
Umanità vicina al baratro: le cause
Cosa sta spingendo l’umanità così vicino al baratro? Le armi nucleari continuano a rappresentare una minaccia concreta: nel mondo esistono oltre 12.500 testate, di cui circa 9.600 operative. Anche se ben lontani dal picco della Guerra Fredda, quando l’arsenale globale contava più di 60.000 testate, le attuali tensioni tra potenze nucleari come Stati Uniti, Russia e Cina alimentano il rischio di un conflitto devastante.
Accanto al pericolo atomico, il cambiamento climatico si fa sempre più pressante, con fenomeni meteorologici estremi, scioglimento dei ghiacci e innalzamento del livello dei mari che minacciano la stabilità del pianeta.
Un altro elemento di preoccupazione è l’intelligenza artificiale, un campo che, pur essendo ancora agli albori, mostra un potenziale tanto rivoluzionario quanto pericoloso. L’avanzata delle tecnologie autonome e dei sistemi di machine learning pone interrogativi etici e di sicurezza, con il rischio che strumenti sempre più potenti sfuggano al controllo umano.
Pensare a quanto manca alla fine del mondo in base all’Orologio dell’Apocalisse non rappresenta una previsione deterministica, bensì un monito: il suo scopo è attirare l’attenzione dell’opinione pubblica e dei leader mondiali sulla necessità di azioni concrete per ridurre i rischi globali.
Ogni secondo che passa avvicina il mondo a un punto critico, ma la lancetta può ancora essere allontanata dalla mezzanotte. Spetta all’umanità decidere come impiegare il tempo che resta.