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Gli italiani sono davvero NO-POS?

Gli italiani sono molto più favorevoli ai pagamenti elettronici di quanto si possa pensare: lo dice il report dell'Osservatoro annuale Visa

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Altro che NO-POS: per la metà degli italiani i pagamenti digitali sono già una realtà e la normalità e per l’82% dei nostri connazionali lo saranno molto di più entro i prossimi 4 anni. Sono alcuni dei dati dell’Osservatorio annuale Visa, realizzato in collaborazione con Ipsos su un campione di 1.000 persone tra i 18 e i 64 anni. Si tratta di dati incoraggianti per la digitalizzazione dell’economia italiana, anche considerando che sono in crescita: l’anno scorso, infatti, a credere in una crescita dei pagamenti elettronici era il 70%.

Pagamenti elettronici: i dati italiani

Secondo il report dell’Osservatorio il 58% degli intervistati è aperto alle innovazioni in grado di semplificare i pagamenti: conti multicurrency, servizi premium, rimborsi immediati. Il 37% vorrebbe provare nuovi prodotti o servizi di pagamento.

Molto interessante, poi, l’attenzione alla sostenibilità: per il 47% la sostenibilità influisce in modo importante sulla scelta della banca e il 29% afferma di essere disposto a cambiare banca per una più green.

Pagamenti elettronici: dove migliorare

Dalle risposte degli intervistati emerge chiaramente che ci sono ancora parti dell’economia italiana che non hanno abbracciato in pieno la digitalizzazione e in cui, di conseguenza, “l’esperienza utente può essere resa più fluida e semplice“. Il report fa anche degli esempi:

  • acquisti nei piccoli negozi (40%)
  • prestazioni occasionali (36%)
  • invio di denaro a qualcuno per le piccole spese (18%)
  • ricevere un pagamento (17%)
  • pagare tasse, multe e tributi alla PA (15%)

Interesse per l’Open Banking

Sullo sfondo, ci sono i dati che dimostrano una sempre maggiore conoscenza e un crescente interesse per l’Open Banking, cioè per la profilazione anonima dell’utente al fine di usare i dati dei suoi pagamenti elettronici per formulare offerte personalizzate di finanziamenti, prestiti, sconti o altri vantaggi.

L’Open Banking è anche previsto dalla direttiva europea Payment Services Directive (PSD2) del 2015, entrata in vigore nel 2019. Grazie a questa normativa da qualche tempo è possibile, giusto per fare un esempio, collegare due conti correnti (di banche diverse ma con lo stesso intestatario) e accedere ad entrambe con una sola app.

Dal report emerge che, già oggi, il 44% degli intervistati ha sentito parlare di Open Banking e l’11% dichiara di conoscerlo bene. I giovani sono coloro che apprezzano di più questa innovazione, che viene riconosciuta come un valore aggiunto dal 37% della Generazione Z e dal 36% dei Millennials.

Per il 41% degli intervistati l’Open Banking è utile per avere un quadro generale e trasparente dei propri conti e dei propri investimenti. Per il 33% è utile per poter ricevere offerte e servizi personalizzati. Per il 32% è utile per tracciare le spese su tutti i conti contemporaneamente.