Potente eruzione solare: Mercurio sembra una cometa
Mercurio si traveste da cometa: colpa di una potentissima eruzione plasmatica che ha colpito il pianeta più piccolo e veloce del Sistema Solare
Mercurio è il più piccolo e il più veloce dei pianeti del Sistema Solare: è poco più grande della nostra Luna e viaggia intorno al Sole a una velocità di 47 chilometri al secondo, così che qui un anno dura appena 88 giorni.
Quando viene colpito dalle enormi onde di plasma prodotte dalle eruzioni solari più potenti, Mercurio mostra un’altra delle sue caratteristiche più interessanti: su un lato si forma una coda che rende il pianeta simile a una cometa. È successo qualche giorno fa, quando il pianeta è stato investito da un’eruzione così potente da strappare via parte del materiale di superficie.
Come una cometa
Mercurio è molto vicino al Sole: si trova a una distanza media di 58 milioni di chilometri, appena la metà della distanza che separa il nostro pianeta dalla stella, è quindi costantemente immerso in un bagno di radiazioni solari ed esposto ai forti venti provenienti dal Sole.
La massa di Mercurio è appena il 5% quella della Terra: si tratta di un piccolo pianeta, che non può contare su una grande forza gravitazionale o su un campo magnetico particolarmente forte. Mercurio non riesce quindi a trattenere una vera e propria atmosfera, ma soltanto una esosfera composta principalmente di atomi di ossigeno, sodio, idrogeno ed elio che vengono di volta in volta “agitati” dall’azione del Sole e dispersi nello spazio.
Mercurio è privo di difese, quando si tratta di affrontare venti e tempeste solari. Quindi può capitare di vederlo apparire come una cometa, con una lunga coda luminosa che può superare i 3 milioni di chilometri, e che quando le condizioni lo consentono può essere osservata anche dalla Terra. La coda di Mercurio somiglia in tutto e per tutto a quella di una cometa: appare come una scia luminosa sulle tonalità del giallo-arancio, e si forma più o meno come quella di una cometa.
Se la coda delle comete è formata da ghiaccio che sublima, però, quella di Mercurio è fatta essenzialmente di sodio: gli atomi di sodio si illuminano quando vengono colpiti dalla radiazione ultravioletta del Sole, un po’ come avviene durante le aurore boreali, dando vita alla lunga coda di Mercurio.
Colpa del campo magnetico
Negli ultimi giorni l’attività del Sole è stata intensa. L’eruzione che ha provocato la formazione della coda di Mercurio è stata un’espulsione di materiale dalla corona del Sole, la parte più esterna della sua atmosfera, così potente da impiegare meno di un giorno per raggiungere il pianeta, da quando si è originata sulla superficie della stella.
Quando si è abbattuta sulla superficie del pianeta, l’eruzione di plasma potrebbe aver addirittura creato un’atmosfera temporanea (altra caratteristica tipica delle comete), e aggiunto materiale alla coda di Mercurio.
L’eruzione è originata da una macchia in cui sono presenti impressionanti campi magnetici, formati dal flusso di cariche elettriche sulla superficie del Sole. Questi campi a volte restano “annodati”, per poi spezzarsi all’improvviso: in quel momento si genera il getto di plasma del brillamento solare.
Quando l’eruzione colpisce un pianeta con un forte campo magnetico, come la Terra, l’energia solare viene assorbita e dà vita a potenti tempeste geomagnetiche, durante le quali il campo magnetico terrestre viene compresso dalle onde plasmatiche: è così che nascono le aurore boreali.
Quando però non c’è un campo magnetico abbastanza forte, come avviene per Mercurio e per Venere, ogni vento solare abbastanza potente da raggiungere e scalfire l’atmosfera o la superficie del pianeta può strapparne via dei pezzetti, che vanno ad alimentare la coda. Quella di Mercurio è in assoluto la più grande e nota, ma anche Venere è stata vista vestirsi da cometa, e anche la nostra Luna ha una piccola coda di sodio, anche se non si vede.