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Cosa sappiamo del misterioso buco caldo che si è aperto nella Terra

Gli Stati Uniti centrali non hanno subito gli effetti del riscaldamento globale: tutta colpa del misterioso buco caldo

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Buco caldo Fonte foto: 123RF

Al netto di una ben nota complessa condizione climatica, che vede l’intero pianeta in una situazione d’allarme a causa del surriscaldamento globale, negli Stati Uniti è accaduto qualcosa di molto strano. Gli stati dell’area centrale hanno visto aumentare nettamente la propria temperatura nel mese di agosto.

La città di Chicago ha toccato ad esempio quota 46 gradi. Un dato che preoccupa, certo, ma non più di quelli registrati in Italia, ad esempio. Basti pensare all’estate rovente vissuta dalla città di Roma e dai suoi cittadini e turisti. Negli Stati Uniti centrali però il discorso è differente, perché fino a ora sembrava quasi come se il cambiamento climatico avesse in qualche modo evitato questa fetta di mondo.

Cos’è il buco caldo degli Stati Uniti

In nessun caso, sia chiaro, il surriscaldamento globale ha evitato di travolgere gli stati centrali USA, sia chiaro. È però davvero sorprendente constatate l’insieme dei dati accumulati in merito. Guardando alle statistiche delle temperature estive diurne, infatti, questa parte del Paese non ha mai subito innalzamenti considerevoli dalla metà del secolo scorso a oggi.

Per quanto possa sembrare un controsenso, anche questo fenomeno rientrerebbe nel novero degli effetti del cambiamento climatico. Gli studiosi americani parlano di “warming hole”, ovvero un buco caldo. Una vera e propria anomalia, che ha di fatto racchiuso milioni di persone in una sorta di bolla protettrice.

“C’è una fetta significativa della popolazione, che vive e lavora in questa parte degli Stati Uniti, che si chiede cosa sia tutto questo trambusto sul cambiamento climatico. – le parole dello scienziato del clima Martin Hoerling, della National Oceanic and Atmospheric Administration – Il tutto è davvero controintuitivo, perché c’è stata un’accelerazione del riscaldamento globale, mentre il buco di calore ha proseguito a esistere”.

La spiegazione

È davvero sorprendente, mappa climatica alla mano, constatare come non siano cambiate affatto le cose in un confronto tra due fasce cronologiche molto ampie: 2001-2020 / 1957-2000. Gli stati centrali rimasti immobili sul fronte delle temperature sono Illinois, Missouri e Arkansas. Per assurdo Minnesota, Iowa e Dakota del Nord e del Sud hanno fatto registrare addirittura un lieve abbassamento.

Tutt’altro discorso rispetto alla parte ovest americana, che nella mappa di calore è ricoperta di colore rosso. Un fenomeno chiaramente sotto stretta analisi, considerando come possano esserci risposte cruciali in questa fetta di mondo.

Lo sguardo di Hoerling e dei suoi colleghi si è rivolto al netto aumento delle precipitazioni estive nel corso degli ultimi 20 anni in questa vasta area. Il quantitativo d’acqua riversato sul paesaggio è stato ben maggiore rispetto al periodo indicato 1957-2000. Ciò avrebbe agito come un sistema di raffreddamento evaporativo.

Per capire del quantitativo di cui parliamo, l’aumento registrato ha raggiunto un picco massimo del 30% tra i due periodi. Ma com’è possibile tutto ciò? Si lavora a una teoria che va a porre in risalto l’effetto dell’agricoltura intensiva, con relativa irrigazione di massa. L’area ne risulterebbe raffreddata a il paesaggio “suderebbe” come farebbe il nostro corpo, aumentando le precipitazioni.

Secondo Zachary Labe dell’Università di Princeton e del NOAA, però, si andrebbe ben al di là del legame con l’agricoltura. Il tutto sarebbe legato a una condizione atmosferica che necessita d’essere studiata con attenzione.

Una condizione di questo tipo potrebbe spingere molti, già dubbiosi, a convincersi del fatto che il riscaldamento globale sia una menzogna. La comunità scientifica però si affretta a spiegare al pubblico come il processo cui assistiamo, purtroppo, non sia così uniforme. Il mondo si riscalda in massa ogni singolo giorno, sempre più.

Ci sono tante variabili da prendere in considerazione e nel caso del buco caldo degli USA si parla di una tendenza a un sistema di bassa pressione. Ciò porta a maggiori piogge e coperture nuvolose. Tutto ciò va a creare uno strato protettivo nei confronti dei raggi solari. Una sorta di ombrello naturale quasi costantemente aperto.

Tutto avrebbe avuto inizio nel Pacifico tropicale, con le temperature superficiali degli oceani innalzatesi. Ecco cosa ha generato uno stravolgimento nella circolazione atmosferica degli Stati Uniti. Non ci si attende però che il buco di calore avrà ancora vita lunga. Guardando al futuro, entro il 2040-2050 si assisterà agli stessi fenomeni registrati altrove.