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Acqua potabile contaminata, allarme in Italia: i Comuni segnalati

Greenpeace suona l'allarme in Lombardia. Tanti i Comuni alle prese con acqua potabile contaminata: rischio malattie e tumori

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Siamo in piena fase d’allarme per quanto concerne il consumo di acqua potabile. In alcuni Comuni in Italia vige l’assoluta necessità di acquistare acqua in bottiglia, al fine di evitare conseguenze gravose per la salute dei loro abitanti.

Ciò perché in alcune aree è stata evidenziata una contaminazione dell’acqua potabile, o per meglio dire di quella che dovrebbe esserlo. Di seguito riportiamo i dati allarmanti del rapporto Pfas e acque potabili in Lombardia, i campionamenti di Greenpeace Italia. Un documento pubblicato dall’organizzazione ambientalista, che ha condotto un monitoraggio nelle 12 province lombarde. I risultati non possono minimamente lasciare sereni i cittadini, che necessitano di risposte e interventi immediati. Confermate infatti delle “criticità in merito alla contaminazione”.

Acqua potabile contaminata: i dati

È importante sottolineare fin da subito il grado d’allarme, anche se ciò non vuol dire che tutta la Lombardia sia attanagliata dal problema delle acque potabili contaminate. La percentuale di aree a rischio, però, è tutt’altro che minima.

Su 31 campioni raccolti nelle acque potabili di una serie di comuni, sparsi per le 12 province della regione, ben 11 risultano contaminate da Pfas, ovvero sostanze perfluoroalchiliche, che vengono prodotte dalle industrie. Si parla quindi del 35% della totalità analizzata, ma soprattutto si fa riferimento a sostanze ben note, connesse a differenti patologie, tra le quali anche forme tumorali.

Non si tratta di analisi datate, tutt’altro. I campioni sono stati infatti raccolti tra il 12 e il 18 maggio 2023. Nella maggior parte dei casi i campioni provengono da fontane pubbliche, che si trovano nei pressi di parchi giochi e scuole primarie. Il tutto è stato poi analizzato presso un laboratorio indipendente.

I Comuni a rischio

Un vero e proprio allarme idrico. È stata infatti attestata la presenza di Pfas nelle province di Bergamo, Brescia, Como, Milano, Lodi e Varese. Esiste una Direttiva europea in merito a tale sostanza e il documento proposto evidenzia il superamento dei limiti consentiti.

Si parla di 100 nanogrammi per litro, in ben quattro casi. È bene però scendere nel dettaglio e fare i nomi dei Comuni, così da mettere in allerta i cittadini. Nello specifico questi casi limite riguardano Crespiatica, Corte Palasio (provincia di Lodi, con 1.840 ng/l e 104 ng/l per la somma di Pfas), Caravaggio e Mozzanica (provincia di Bergamo, con 132 ng/l e 116 ng/l per la somma di Pfas).

Ecco invece da dove provengono gli altri campioni d’acqua potabile risultata contaminata, con valori però inferiori a 100 ng/l:

  • Pontirolo Nuovo (Bergamo);
  • Mariano Comense (Como);
  • Capriolo (Brescia);
  • Somma Lombardo (Varese);
  • via Civitavecchia (Milano);
  • via Cusago (Milano).

Greenpeace ha già presentato sei esposti alle Procure lombarde di riferimento, al fine di chiedere di individuare rapidamente le fonti inquinanti, bloccando questo processo che mette in serio pericolo lo stato di salute dei cittadini.

Lo scorso maggio, Greenpeace aveva fornito i risultati delle analisi effettuate alle autorità competenti, in merito alla concentrazione di Pfas nell’acqua destinata a uso potabile in Lombardia. Uno sguardo approfondito rivolto a un periodo compreso tra il 2018 e il 2022.

L’esame condotto è risultato positivo a sostanze perfluoroalchiliche in circa il 19% dei campioni raccolti, ovvero 738. Il valore più elevato, pari all’84% dei campioni, è stato evidenziato nella provincia di Lodi. A seguire Bergamo, con il 60,6%, e Como, con il 41,2%. Per quanto riguarda Milano, infine, è risultato contaminato circa un campione su tre.

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