AI e contenuti per adulti, anche i sex worker si affidano alla tecnologia
L’AI sta cambiando i vari settori produttivi e tra questi anche quello dei contenuti per adulti con diversi creator che stanno abbracciando questa tecnologia
La sempre più rapida diffusione di strumenti di intelligenza artificiale sta rivoluzionando anche i settori produttivi “meno convenzionali”, tra questi anche quello dei contenuti per adulti. Secondo un report pubblicato da The Verge, infatti, l’AI sta avendo delle fortissime ripercussioni anche per i sex worker che possono ora sfruttare queste tecnologie per il loro business e, come tutti gli altri, trarne enormi benefici.
In che modo l’AI aiuta i sex worker
Sempre più spesso, chi lavora nel settore dei contenuti per adulti viene considerato come un vero e proprio imprenditore e questo è stato possibile anche grazie alla nascita di diverse piattaforme specifiche, come OnlyFans ad esempio, che hanno preso il posto delle vecchie case di produzione, svincolando i sex worker da obblighi e contratti e consentendo loro di curare in prima persona il proprio business.
Tuttavia, a una maggiore autonomia corrisponde anche un maggiore carico di responsabilità che può essere molto complesso da gestire per i creatori di contenuti più piccoli. Si tratta, infatti, di una vasta gamma di compiti e incombenze, che va dalla produzione dei contenuti al marketing fino ad arrivare alla gestione del rapporto col pubblico e senza dimenticare, naturalmente, la burocrazia.
Ed è in questo senso che l’intelligenza artificiale può diventare un valido alleato per snellire molte di queste attività, ottimizzando il lavoro dei creatori di contenuti per adulti. Tra gli esempi più interessanti, l’utilizzo di ChatGPT che, con le dovute personalizzazioni, può diventare un efficace strumento di comunicazione per rispondere ai fan nello stile unico di ogni creator.
Altri, invece, sfruttano queste tecnologie per creare sceneggiature e concept su richiesta dei fan, rappresentando un valido aiuto per quei “casi più specifici” o “troppo di nicchia” che richiederebbero ai creatori di contenuti molto tempo.
Insomma, al pari di altri settori, anche quello dei sex worker sta utilizzando l’AI per migliorare i flussi di lavoro e snellire i vari compiti, lasciando più tempo ai creatori di realizzare contenuti di qualità e, ovviamente, di prendersi cura della propria community.
Utilizzare l’AI per i contenuti per adulti può essere complesso
Nonostante i benefici, l’integrazione dell’AI nell’industria dei contenuti per adulti, però, sta generando anche delle perplessità.
Secondo, alcuni, infatti, l’utilizzo di chatbot AI può avere anche delle controindicazioni, dovute essenzialmente al fatto che la maggior parte dei modelli linguistici di grandi dimensioni segue delle linee guida stringenti sui contenuti per adulti.
Questo rende spesso necessario ricorrere a stratagemmi creativi per aggirare i limiti imposti e generare i contenuti desiderati. Anche si stiamo assistendo a un progressivo allentamento di queste restrizioni, c’è ancora molto da fare.
L’altro timore riguarda essenzialmente la “mancanza di empatia” nei contenuti generati dall’AI che, secondo alcuni, potrebbe rendere meno stimolante il settore e privarlo di quella creatività che, nel tempo, ha reso celebri molti sex worker.
Infine, più in generale, l’automazione potrebbe influire sui posti di lavoro dei clienti che frequentano siti per adulti, rappresentando un rischio per decine di posti di lavoro, cosa che ovviamente avrebbe un impatto negativo anche per chi lavora in questo settore.
Quest’ultimo punto è una riflessione a lungo termine che va oltre i contenuti per adulti e sposta il problema sulla sostenibilità occupazionale, un discorso centrale quando si parla di AI che si può applicare a tutti i settori produttivi.