Perché i bradipi sono a rischio estinzione: cosa sta succedendo
Bradipi a rischio estinzione a causa del riscaldamento globale: il loro metabolismo sarà sconvolto ed entro il 2100 potremmo dover dire addio a parte della specie
I modi in cui il riscaldamento globale sta trasformando e distruggendo la vita degli animali su questo pianeta sono innumerevoli. Uno degli esempi è dato dal peso enorme che grava sul metabolismo dei bradipi di Hoffmann. Quanto è stato verificato potrebbe generare problemi purtroppo irrisolvibili. Uno studio scientifico ha addirittura messo in guardia in merito al concreto rischio di sopravvivenza per i mammiferi che vivono in altura.
Il metabolismo dei bradipi
Quello dei bradipi è un metabolismo molto lento. Tale realtà ha un impatto enorme su quella che è la loro vita nel quotidiano. Osservandoli attentamente e per un tempo prolungato, è facile rendersi conto di come queste particolari creature trascorrono la maggior parte del proprio tempo a mangiare o a digerire ciò che hanno assunto. Questa è una caratteristica ben nota dei bradipi, che potrebbe però trasformarsi in un allarmante problematica per quanto concerne la conservazione della specie. Il motivo? Il riscaldamento globale.
Lo sostiene con forza uno studio pubblicato su PeerJ Life & Environment, che mette in guardia sull’estrema pericolosità del costante innalzamento delle temperature. Una problematica che riguarda tutto il mondo e, ovviamente, non vede esclusi gli esseri umani. Questa specifica specie, però, è concretamente a rischio estinzione. Allo stato attuale i bradipi che vivono in altura sono a tutti gli effetti animali a serio rischio e, dunque, da tutelare ogni costo.
Uno studio condotto da un team inglese, coordinato dalla Sloth Conservation Foundation, ha rivolto lo sguardo su differenti popolazioni di Choloepus hoffmanni, ovvero il bradipo didattilo di Hoffmann. Si tratta di una delle sei specie differenti di bradipi che vivono in centro e Sudamerica. Alcune sono diffuse in pianura e altre vivono in altura. Questa “semplice” caratteristica comporta una differenza fondamentale per la loro sopravvivenza.
La ricerca effettuata ha provveduto, infatti, a misurare la temperatura corporea e il consumo di ossigeno dei bradipi. Si tratta di parametri indicativi relativi al funzionamento del loro metabolismo. Tutto ciò ha portato alla scoperta di una particolare sensibilità insita in questi animali all’aumento delle temperature. In particolare, gli esemplari che vivono in altura sono i più sensibili.
Le conseguenze
Cosa accade nello specifico i bradipi di montagna? Quando le temperature iniziano ad alzarsi ben sopra la normale media, il loro ritmo metabolico a riposo va incontro a un costante aumento. Ciò si traduce concretamente nel fatto che tali animali consumano più energie anche quando non sono in attività.
Avviene invece l’esatto opposto per quanto riguarda i bradipi di pianura, i quali fronteggiano l’eccessivo caldo abbattendo il proprio metabolismo. Di fatto, in termini evoluzionisti, si mostrano molto più pronti a fronteggiare il riscaldamento globale. Questa differenza potrebbe condurre i secondi mammiferi a spostarsi ad altitudini maggiori, al fine di inseguire un clima più fresco. Quelli che già vivono in alto, invece, potrebbero rischiare la totale estinzione.
Ecco quelle che sono le stime dei ricercatori: “Sulla base di quelle che sono le previsioni dei cambiamenti climatici per l’anno 2100, ipotizziamo che i bradipi ad alta quota possano sperimentare un considerevole aumento del tasso metabolico. A causa delle loro limitazioni di lavorazione dell’energia intrinseca, la loro sopravvivenza sarebbe di fatto insostenibile in un clima di riscaldamento”.
A ciò si aggiunge un’altra problematica gravosa, che riguarda entrambe le tipologie di bradipi. Il gran caldo comporta, come detto, un’accelerazione del metabolismo, il che richiede maggiori quantitativi di cibo. Una soluzione complessa da attuare, considerando un tasso di digestione circa 24 volte più lento di quello degli altri erbivori.