Il ghiaccio del mare al Polo Nord e al Polo Sud si sta esaurendo, toccato il minimo storico
Allarmi giungono da Polo Nord e Sud per quanto riguarda la condizione dei ghiacci: i mari artici sono molto più caldi della norma e il clima ne risente di conseguenza

E la temperatura sulla Terra è condizionata da innumerevoli fattori. Tra questi troviamo gli oceani ghiacciati, che contribuiscono a mantenere il nostro pianeta “fresco”. Purtroppo attualmente vantano un quantitativo di ghiaccio inferiore alla soglia minima mai registrata (in un dato lasso di tempo), come dimostrano i dati satellitari.
Oceani ghiacciati a rischio
Non giungono notizie positive dai Poli. L’aumento delle temperature, infatti, sta riducendo lo strato marino ghiacciato. Quest’ultimo opera come una sorta di gigantesco specchio, che riflette quasi totalmente l’energia del Sole nello spazio.
L’assottigliamento consente all’oceano sottostante il ghiaccio di assorbire più calore. Tutto ciò genera un effetto domino problematico, a dir poco. Attraverso le correnti, infatti, si surriscaldano oceani e mari in tutto il resto del pianeta. Va da sé che ciò comporti uno scotto da pagare anche e soprattutto sotto l’aspetto climatico. Questo ulteriore peggioramento è il risultato della combinazione di una serie di elementi. Di fatto si tratta dell’esito dell’azione di aria, mari e venti dalle temperature superiori alla media. Il tutto ha infine contribuito a rompere il ghiaccio.
Record negativo
Nella prima parte di febbraio l’estensione combinata dei ghiacci marini artici e antartici è stata di 15,76 milioni di km², stando all’analisi della BBC dei dati del National Snow and Ice Data Center (NSIDC). Superato il record negativo precedente di 5 giorni di 15,93 milioni di km², risalente al periodo gennaio-febbraio 2023.
Per il periodo dell’anno, il ghiaccio marino artico è al minimo storico, mentre quello antartico è vicino a un nuovo record (negativo). Per comprendere la portata del fenomeno, l’estensione del ghiaccio marino artico è scesa da una media di 7 milioni di km² negli anni ’80 a 4,5 milioni di km² nel 2010.
Fino alla metà degli anni ’90, però, il ghiaccio antartico si è dimostrato straordinariamente resistente, quasi sfidando le previsioni di una nuova riduzione. Ecco le parole del ricercatore Walter Meier: “Ogni anno, ogni dato che otteniamo suggerisce che non si tratti di un cambiamento temporaneo, ma di qualcosa di più permanente, come quello che abbiamo visto nell’Artico”. Tutto ciò indica come sia entrato in un nuovo regime di minore estensione dei ghiacci.
La condizione dei ghiacci
In Antartide le condizioni del ghiaccio sono chiaramente allarmanti. Lo strato risulta ormai sempre più sottile e mobile. Una condizione che genera un comprensibile timore nella comunità scientifica. Si torna così a rivolgere lo sguardo verso la metà del secolo che, sotto l’aspetto del clima, rappresenta oggi la prossima temuta deadline.
Nello specifico, uno strato maggiormente sottile si traduce in una particolare vulnerabilità a differenti fattori, come temperature elevate e venti. A febbraio 2025 le rilevazioni nelle aree vicine al Polo Nord hanno evidenziato ben 20 °C sopra la norma. Il riscaldamento risulta quattro volte più rapido della media globale e, prevedono gli esperti, l’Artico sarà privo di ghiaccio estivo prima del 2050.