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Giove, le aurore derivano da un "tiro alla fune" magnetico con eruzioni sulla luna Io

Giove è il pianeta più grande del sistema solare e ora se ne conoscono meglio i dettagli relativi alle sue misteriose aurore

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Il tiro alla fune cosmico alla base delle aurore di Giove Fonte foto: 123RF

Grande Giove! Probabilmente il celebre personaggio di Doc di Ritorno al futuro lo esclamerebbe all’infinito dopo aver letto l’ultima scoperta che riguarda il più grande pianeta del sistema solare. Gli scienziati della NASA sono stati infatti in grado di decifrare l’evoluzione delle aurore di Giove, grazie soprattutto alla navicella spaziale Juno e all’infallibile telescopio Hubble. Le prove sono lampanti, alla base di questi fenomeni ci sarebbero le eruzioni vulcaniche di Io, la luna più interna del pianeta in questione. Secondo i ricercatori, si tratterebbe di un vero e proprio “tiro alla fune” che provocherebbe una sorta di gioco cosmico. La nuova spiegazione è a dir poco affascinante.

In pratica, la rotazione di Giove e il conseguente rilascio di ossigeno e zolfo da parte dei vulcani di Io danno vita a una scarica di corrente elettrica che poi va letteralmente a guidare le aurore del pianeta. Queste ultime sono state osservate con attenzione dagli scienziati dell’Università di Leicester, nel Regno Unito, dopo aver ricevuto le informazioni del caso dalla NASA. C’è da sottolineare come la teoria secondo cui correnti elettriche e aurore di Giove siano legate venga presa in considerazione da almeno vent’anni, servivano soltanto delle prove più concrete. Gli autori dello studio hanno ammesso, con un pizzico di ironia, di essere quasi caduti dalla sedia dopo la scoperta.

Tanti vulcani attivi

Giove ha dimensioni nettamente superiori rispetto alla Terra. Il pianeta è infatti 11 volte più grande del nostro e la sua rotazione dura circa 9 ore e mezza. La luna Io, invece, è famosa per la presenza massiccia di vulcani attivi, oltre 400 per la precisione. Non è quindi raro assistere a colate e lava sprigionata a decine di chilometri di distanza. Ogni emissione, poi, va a finire nell’orbita del pianeta, trasformandosi in materiale elettricamente caricato. In questo caso, Juno ha osservato ogni dettaglio del fenomeno, mentre Hubble è stato determinante per misurare la luminosità di queste misteriose aurore.

Un tiro alla fune cosmico

Secondo Scott Bolton, uno dei principali ricercatori della missione Juno della NASA, le immagini del telescopio permettono di avere una panoramica molto ampia. Il grande risultato dell’ultima ricerca è stato reso possibile anche e soprattutto dalla rotazione molto veloce di Giove, responsabile dell’espulsione di gran parte del materiale proveniente dalla luna Io. Il pianeta cerca anche di mantenere lo stesso materiale in rotazione alla sua velocità tradizionale, sfruttando le correnti elettriche dell’atmosfera superiore. A sua volta, si crea un tiro alla fune elettromagnetico tra il sistema di corrente elettrica e il materiale presente nella magnetosfera.

La dichiarazione ufficiale degli ultimi risultati su Giove è stata caratterizzata da toni pieni di entusiasmo ed emozione. L’obiettivo è quello di capire meglio il funzionamento del campo magnetico del pianeta, in primis le interazioni con i gas. Inoltre, la scoperta in questione tornerà utile in futuro per comprendere il comportamento di tutti quei pianeti in orbita attorno ad altre stelle. In questi casi è stata tirata in ballo proprio la teoria che ora ha avuto delle conferme importanti. La ricerca, intanto, è stata pubblicata con dovizia di particolari nel Journal of Geophysical Research: Space Physics.