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Abuso di posizione dominante: l'UE conferma la maxi-multa a Google

Google, l’UE conferma la maxi-multa da 2,4 miliardi di euro, imposta al colosso della tecnologia per abuso di posizione dominante nello Spazio economico europeo

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google Fonte foto: Charles McClintock Wilson/Shutterstock

Termina con un nulla di fatto il ricorso di Google e Alphabet contro la multa di oltre 2,4 miliardi di euro, imposta all’azienda di Mountain View dalla Commissione Europea.

La Corte di Giustizia dell’UE, dunque, ha confermato tutte le accuse di abuso di posizione dominante nello Spazio economico europeo e, nello specifico, nel settore dei servizi di ricerca e comparazione di prodotti sul web. Il colosso della tecnologia, quindi, dovrà pagare la maxi-multa decisa dalla Commissione.

Perché l’UE ha multato Google

La vicenda affonda le sue radici nel 2017, quando la Commissione Europea ha multato Google per la cifra stratosferica di cui sopra, accusando l’azienda di aver abusato della sua posizione, favorendo il servizio di comparazione dei prodotti proprietario ai danni, ovviamente, di quello della concorrenza.

L’abuso, stando alle carte della Commissione, è avvenuto in tredici paesi dello Spazio economico europeo, dove l’azienda di Mountain View ha mostrato in evidenza i risultati di ricerca del suo comparatore di prodotti (con tanto di immagini e informazioni volte a invogliare i consumatori), ponendo invece le alternative in “secondo piano” e facendole apparire come dei risultati generici con il solo link e senza alcuna immagine a corredo.

Oltretutto, questi altri prodotti, non essendo posizionati nel box in evidenza, erano anche suscettibili alle dinamiche dell’algoritmo di ricerca, con la possibilità di essere ulteriormente retrocessi dall’azienda.

All’arrivo di questa sanzione, Google e Alphabet hanno subito deciso di impugnare la decisione, portando davanti al Tribunale dell’Ue le proprie ragioni.

Nel novembre 2021, il Tribunale ha respinto il ricorso e ha confermato la multa, pur ritenendo che non fosse provato che la condotta di Google avesse avuto effetti anticoncorrenziali (neanche potenziali) sul mercato. Per questo motivo, i giudici in primo grado hanno annullato la decisione della Commissione relativa alla violazione del divieto di abuso di posizione con Google e Alphabet che hanno potuto presentare l’ulteriore ricorso alla Corte.

Importante sottolineare che la Corte di Giustizia dell’UE, non va a sanzionare l’azienda perché occupa una posizione dominante nel suo settore di rifermento, ma lo fa solo ed esclusivamente nel caso che tale vantaggio venga sfruttato per danneggiare la concorrenza.

Perciò, è chiaro che è vietato qualsiasi tipo di comportamento che, sfruttando mezzi diversi rispetto a quelli imposti dalla concorrenza leale (basata sul merito), possa in qualche modo causare danni alle singole imprese o ai consumatori, ostacolando il mantenimento o loro sviluppo della loro posizione, in un settore che già risente della presenza di una o più aziende che occupano un ruolo dominante.

La multa ai danni di Google e Alphabet

Dopo i dovuti accertamenti e circa 7 anni di indagini, quindi, è arrivato il verdetto: Google ha abusato della propria posizione dominante sul mercato europeo e dovrà saldare l’ammenda di 2.424.495.000 euro.

Per quanto riguarda Alphabet, essendo socia unica di Big G, dovrà corrispondere invece un importo di 523.518.000 euro.

 

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