Scoperto un nuovo pianeta, è il doppio della Terra: dove si trova
Saint-Ex, telescopio che si trova in California, ha localizzato TOI 2257 b, pianeta caratterizzato da fenomeni simili alle eclissi
Raf era convinto del fatto che fossimo soli nell’immenso vuoto che c’è. In realtà, le ultime scoperte scientifiche in ambito spaziale confermano come l’universo sia piuttosto affollato, anzi non è rara l’ufficializzazione di un nuovo pianeta. L’ultimo localizzato dai telescopi è più precisamente un esopianeta, quindi esterno al sistema solare, mentre le dimensioni sono addirittura superiori rispetto a quelle della Terra. Il nome del corpo celeste “nuovo di zecca” è presto detto, TOI 2257 b, forse non proprio semplice da ricordare ma ormai la fantasia degli astronomi sembra essere agli sgoccioli. Il merito della scoperta si deve tutta al telescopio Saint-Ex.
Quest’ultimo strumento è al servizio dell’Osservatorio Astronomico di San Pedro Martir in Baja, nello stato americano della California. L’esopianeta è stato individuato dal coordinatore dell’osservatorio, Yilen Gomez Maqueo Chew, insieme a due ricercatori dell’Istituto di Astronomia, Marco Gomez Muñoz e Laurence Sabin. A breve ci sarà una pubblicazione ufficiale all’interno di una prestigiosa rivista specializzata, “Astronomy and Astrophysics”. In realtà il satellite Tess aveva già scovato TOI 2257 b, ma servivano delle conferme in tal senso. Sono appunto arrivate negli ultimi giorni, si tratta di un pianeta a tutti gli effetti. La caratteristica principale è quella della grandezza.
Una rotazione particolare
Bisogna immaginare un esopianeta che è il doppio della Terra, per la precisione 2,2 volte più grande, come hanno confermato gli scienziati. Un altro dettaglio di non poco conto è quello della rotazione. L’oggetto celeste gira intorno alla propria stella ogni 35 giorni, dunque una cadenza poco più che mensile. L’atmosfera non sarebbe proprio il massimo della vita, con una composizione prevalentemente gassosa, senza dimenticare che l’orbita è ovale eccentrica, un particolare che la allontana e avvicina di volta in volta alla stella stessa. Abitare da queste parti potrebbe essere davvero sensazionale, se non altro per il panorama da ammirare.
L’eclissi che ha stupito gli astronomi
I ricercatori sono sicuri di aver individuato quella che potrebbe essere paragonata a tutti gli effetti a una eclissi come quelle tipiche della Terra. Ogni volta che l’esiopianeta TOI 2257 b comincia ad avvicinarsi alla sua stella (ribattezzata “M” per dovere di cronaca), quest’ultima tende a oscurarsi. Gli esopianeti come quello appena localizzato sono una costante degli studi spaziali di questi ultimi anni. Se ne scopre uno dopo l’altro, come avvenuto di recente con il più grande gruppo mai individuato prima. Gli astronomi si stanno rendendo conto che non hanno l’aspetto e le caratteristiche che ci sarebbe aspettati, ma questo non rende meno emozionanti le novità.
Ogni esopianeta serve a comprendere meglio in che modo funzionano i sistemi planetari: ne è passato di tempo dagli anni Novanta, quando ancora si pensava che ci fossero esclusivamente i pianeti “classici” nell’universo, poi il declassamento di Plutone ha rappresentato uno spartiacque. Poco più di un anno fa il telescopio Saint-Ex si è reso protagonista di altre scoperte di rilievo. Gli scienziati, infatti, hanno individuato due esopianeti: il primo, TOI-1266 b, è un esopianeta gassoso e più piccolo rispetto a Nettuno, mentre il secondo risponde al nome di TOI-1266 c, pi ù grande della Terra e composto essenzialmente da rocce.
Simone Ricci