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Come gli scienziati sono riusciti a pesare i buchi neri

Il rebus non è dei più semplici: come pesare un oggetto spaziale con l'ausilio di un telescopio? Come gli scienziati sono riusciti a pesare i buchi neri.

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Come gli scienziati sono riusciti a pesare i buchi neri Fonte foto: 123RF

La massa di un buco nero è più importante di quanto si possa immaginare – e non a caso fa parte di quelle informazioni che gli scienziati vorrebbero conoscere, con esattezza, prima di tante altre anch’esse riguardanti gli enigmatici oggetti celesti.

È infatti la massa che decide se un buco nero si formerà davvero, ed è la massa che determina la sua potentissima attrazione gravitazionale, in grado di risucchiare i gas e le polveri circostanti, i quali formano la caratteristica corona – più o meno ampia – che è giustamente entrata a far parte della nostra rappresentazione mentale di un buco nero.

Come gli scienziati sono riusciti a pesare un buco nero

Pesare oggetti distanti milioni di anni luce con il semplice ausilio di un telescopio, però, non è affatto semplice. Per questo gli scienziati hanno messo a punto una serie di teorie, tramite le quali pervenire indirettamente a informazioni sulla massa facendo partendo da valutazioni su altri elementi, ovvero i lampi di luce che fuoriescono dal misterioso cerchio nero al centro del buco.

La convinzione degli studiosi è che la maggior parte delle galassie abbia buchi neri supermassicci, costituiti dal cerchio nero al centro dell’oggetto celeste e dalla corona intorno, che viene disegnata da dischi di gas e polvere che risentono dell’attrazione gravitazionale del buco nero. La corona, che può essere più o meno ampia, lampeggia come risultato di lampi di luce che fuoriescono dal buco nero vero e proprio, alcuni dei quali appunto colpiscono la corona, altri invece diventano osservabili dai telescopi sulla Terra.

Quanto pesa un buco nero supermassiccio

A partire da questa base di conoscenze, si arriva quindi all’ipotesi sulla massa: è possibile misurare la massa del buco nero dal riflesso dei lampi emessi dal cerchio nero sulla corona. In particolare, maggiore è il ritardo tra il lampo emesso dal buco nero e la la luce riflessa sulla corona, più consistente è la massa del buco nero, perché è più grande la nube di gas che forma la corona.

Si tratta di un metodo che richiede telescopi molto potenti e periodi di osservazione variabili: non sappiamo, infatti, né perché il buco nero sprigioni lampi, né perché questi ultimi rispettino intervalli di tempo tra l’uno e l’altro assolutamente casuali. Però la tecnica è già stata messa in pratica alcune centinaia di volte, dando per risultato stime sicuramente interessanti, anche se lungi dall’essere definitive.

A proposito, quanto pesa un buco nero supermassiccio? La risposta è nell’ordine di alcuni milioni o miliardi di volte quello del Sole.

La ricerca sui buchi neri non smette di affascinare gli scienziati, che sono riusciti a fotografare la luce dietro a un buco nero e hanno approfondito i loro tsunami galattici.

Giuseppe Giordano