L'uscita di Siri con Apple Intelligence slitta ancora. Tim Cook conferma i ritardi nello sviluppo
Siri alimentato da Apple Intelligence continua ad essere in ritardo e Tim Cook ha confermato ufficialmente che l’uscita sarà posticipata di nuovo, forse al 2026

Durante la conferenza con gli investitori in occasione della presentazione dei risultati finanziari del secondo trimestre fiscale 2025, Tim Cook ha confermato ufficialmente che le nuove funzionalità di Siri basate su Apple Intelligence subiranno ulteriori ritardi. Il CEO di Apple ha sottolineato che l’azienda sta facendo molti progressi nello sviluppo, ma che è necessario più tempo per garantire che l’esperienza finale sia all’altezza degli elevati standard qualitativi che il colosso di Cupertino si è sempre imposto.
Siri con Apple Intelligence, l’aggiornamento è ancora in ritardo
La nuova versione di Siri alimentata da Apple Intelligence era stata inizialmente presentata alla WWDC 2024, con l’obiettivo di portare su iPhone un assistente virtuale potenziato dall’intelligenza artificiale generativa, in grado di comprendere meglio il contesto, gestire richieste complesse e offrire ai consumatori un’interazione più naturale, dinamica e personalizzata con i propri dispositivi.
Tuttavia, l’entusiasmo iniziale è stato smorzato dai continui ritardi nel rilascio di queste funzionalità che, nonostante le promesse, non sono arrivate con iOS 18.
Apple aveva già anticipato un ritardo all’inizio di quest’anno, con le dichiarazioni di questi giorni, però, è arrivata la conferma ufficiale e sembra che il debutto effettivo dell’aggiornamento di Siri potrebbe avvenire solo con iOS 19, previsto per il prossimo anno.
Oltre a questo, resta da capire se le novità saranno presenti sin dalla prima release del sistema operativo o se, invece, arriveranno con un aggiornamento successivo, forse addirittura a 2026 inoltrato.
A testimoniare la delicatezza del progetto e l’importanza che Apple attribuisce alla versione AI di Siri, negli ultimi mesi è stata rivista la leadership dell’intero team e John Giannandrea, ex responsabile dell’AI, è stato rimosso dal suo ruolo a beneficio di Mike Rockwell che fino a poco tempo fa era a capo dello sviluppo dell’Apple Vision Pro.
Un cambio di rotta importante che, oltretutto, ha portato anche a una maggiore flessibilità, con Rockwell che sin da subito si è detto favorevole all’utilizzo di modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) di terze parti, per accelerare lo sviluppo di Apple Intelligence.
Quale futuro per la nuova versione di Siri
Apple è obiettivamente indietro nella corsa all’intelligenza artificiale generativa rispetto ai competitor che, come ben noto, hanno già rilasciato funzionalità simili. Il perché di questa situazione è abbastanza chiaro: l’azienda di Cupertino non vuole scendere a compromessi in tema di qualità, privacy e sicurezza che devono essere sempre garantiti prima di introdurre innovazioni di questo tipo.
Le nuove funzioni AI di Siri, dunque, promettono un salto di qualità notevole, ma il colosso della tecnologia non intende sacrificare l’esperienza d’uso per arrivare prima sul mercato, confermando la volontà di offrire ai consumatori una soluzione realmente affidabile, soprattutto in un contesto dove l’AI può avere un impatto profondo sulle abitudini quotidiane delle persone.
Nonostante i ritardi, dunque, Apple Intelligence rimane uno dei progetti più ambiziosi della storia recente di Apple che potrebbe portare (e il condizionale è ancora d’obbligo) a un rilancio significativo del proprio assistente smart, pronto a competere ad armi pari con rivali come Gemini, Alexa e ChatGPT.
Per saperne di più, quindi, bisognerà attendere ancora qualche mese e, molto probabilmente, il rilascio di iOS 19.