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È vero che tutti abbiamo un sosia? Cosa dice la scienza

È vero che tutti abbiamo un sosia? Ecco quali sono le probabilità di incontrare il proprio alter ego secondo i calcoli degli scienziati

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Quante probabilità ci sono che abbiamo un sosia vivente Fonte foto: 123RF - vadymvdrobot

Secondo alcune antiche mitologie, vedere il proprio doppelgänger – chiamato anche alter ego o sosia – è un oscuro presagio di morte e sventura. Ma quel che veniva allora chiamato doppelgänger era una figura piuttosto esoterica, incapace di riflettere la propria immagine nell’acqua e legata alla figura di un “gemello maligno”, come nel celebre racconto “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde”.

Quelli che oggi chiamiamo generalmente sosia, invece, sono una cosa molto comune e per niente spaventosa, e secondo la scienza è possibile che tutti ne abbiano almeno uno.

Le probabilità matematiche di avere un sosia

Come spiega il matematico David Aldous, dell’Università di Berkeley, per definire scientificamente le probabilità che esista un sosia per ogni persona sono necessarie due cose: una definizione precisa di sosia e dati reali. Entrambe le cose, secondo lo scienziato, sono molto complicate da raggiungere quando si parla di sosia.

Volendo identificare l’alter ego come qualcuno molto simile a una persona con la quale non ha alcun collegamento diretto, ci sono due modi di porre la questione: la prima è capire se sia possibile che esista un nostro sosia vivente oggi, la seconda invece si chiede quante probabilità ci siano che una persona con una faccia identica alla nostra sia esistita in passato o esisterà in futuro.

Secondo i modelli matematici di Aldous, noto per gli studi sulla teoria della probabilità, i numeri sono piuttosto chiari: su 8 miliardi di persone nel mondo, c’è lo 0,11% di probabilità di avere un “gemello sconosciuto”. Quindi, soltanto 11 persone su 10.000 possono contare di incontrare in vita, almeno secondo le statistiche, il proprio sosia.

Diversa è la questione se estendiamo i calcoli al passato e al futuro: secondo delle recenti analisi, sono esistite sulla terra almeno 100 miliardi di persone, nella (molto relativamente) lunga storia della presenza umana sul pianeta. Anche ammettendo un tasso di crescita della popolazione pari a zero come nei timori di Elon Musk, ci si aspetta in futuro di veder nascere 8 miliardi di persone ogni 40 anni, 2 miliardi di nuovi individui ogni 10 anni.

E se il nostro alter ego fosse già esistito?

Non è troppo raro, specie nei musei, incontrare il proprio doppelgänger. Può capitare, passeggiando tra le sale delle esposizioni, di sorprendere se stessi in un quadro del Cinquecento, magari in tenuta da caccia insieme ai reali spagnoli, o di intercettare in un dipinto moderno il volto di una ragazza che sembra proprio identica a un’amica. Quelle persone forse non potevano immaginare che un giorno, centinaia di anni dopo, sarebbero esistiti individui così simili a loro.

Eppure, sembrerebbe che le facce tendano a ripetersi, almeno in una certa misura. Uno studio pubblicato nel 2015 su Forensic Science International tentò per esempio di quantificare il tasso di unicità del volto umano. “Combinando le quattro dimensioni facciali, la probabilità di trovare un proprio doppio è nell’ordine del 10 alla meno 7” si legge nella ricerca “mentre aumentando a 8 il numero dei caratteri la probabilità si riduce all’ordine del 10 alla -14, ovvero meno di una possibilità su un trilione”.

Questo, però, se prendiamo in considerazione i cosiddetti “sosia identici”, che sono più simili tra loro dei gemelli omozigoti. Quel che riconosciamo come simile a noi è molto più vasto, e c’è anche da considerare l’importante lavoro della genetica.

Alcune varianti genetiche vengono ereditate più di altre, e condividere più caratteri genetici con una persona – anche dall’altra parte del mondo – si traduce inevitabilmente in qualche somiglianza: considerando che ancora oggi sono in vita ben 14 discendenti di Leonardo da Vinci, le possibilità di incontrare un lontanissimo parente non sono così scarse. Secondo Aldous, probabilmente “ognuno ha un sosia, almeno al primo sguardo”: è una cosa che succede più o meno a tutti, secondo il matematico, quella di individuare una forte somiglianza con qualcun altro.

Se si è alla ricerca del proprio sosia vivente, si può tentare di sfruttare i software di riconoscimento facciale sfruttati da siti popolari come Twin Stranger o Family Search, che consentono di cercare il proprio alter ego tra gli utenti di tutto il mondo. Oppure si può cercare il proprio sosia nella storia dell’arte grazie a Google, tra comparse di grandi dipinti e antichi ritratti: trovare qualcuno che ci sembra identico a noi è molto più probabile di trovare un vero e proprio sosia identico.

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