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SCIENZA

Come e perché le femmine dei dermatteri sono diventate delle guerriere

Nei dermatteri femmine le pinze crescono in modo sproporzionato rispetto al corpo: un dettaglio che le rende "letali" (e racconta storie di competizione e strategie evolutive ancora poco esplorate)

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Dermattero femmina, un "arma" della natura

Nel mondo degli insetti, la lotta per la sopravvivenza e la riproduzione assume forme quasi fantastiche: si passa da corna rigide e resistenti ad antenne giganti, passando per corpi dai colori sgargianti e culminando in pinze affilate. I maschi, si sa, sono spesso i protagonisti di questa gara di ostentazione e minaccia: tutto, pur di imporsi come partner. Ma cosa succede se a sfoderare l’arma segreta fossero le femmine?

Detto in modo semplicistico, succede che le regole del gioco evolutivo iniziano a scricchiolare. È il caso dei dermatteri, comunemente noti come forbicine: una specie in cui le femmine sembrano aver affinato non solo l’arte della sopravvivenza, ma anche quella del combattimento. E non stiamo parlando solo di autodifesa: qualcosa di più profondo le spinge a farsi largo tra le rivali.

Lo studio sui dermatteri e i segnali insoliti

Come spesso accade in ambito scientifico, tutto è cominciato con una domanda semplice ma trascurata: a cosa servono le pinze delle femmine di dermattero? Quelle dei maschi sono state studiate a fondo, infatti è noto che siano sia strumenti di lotta che di intimidazione e che spesso siano usate anche come arma di seduzione.  Le femmine, invece, erano rimaste in ombra, considerate un po’ spettatrici della selezione sessuale, con appendici passivamente ereditate.

Qualcosa, però, non tornava nei dati morfologici. E così, un gruppo di ricercatori della Toho University, guidato da Junji Konuma, ha deciso di indagare più a fondo esaminando questi insetti. Il dettagliatissimo studio, pubblicato sul Biological Journal of the Linnean Society, ha preso in esame oltre cento esemplari di Anisolabis maritima, una specie costiera di dermattero.

Il campione comprendeva 68 maschi e 45 femmine, misurati e analizzati con tecniche morfometriche avanzate. L’obiettivo era capire se anche le femmine presentassero quella che in biologia si chiama allometria positiva: una crescita sproporzionata di un tratto rispetto al corpo. È un segnale tipico della selezione sessuale, che nei maschi porta spesso allo sviluppo di armi esagerate. Ma nelle femmine? È qui che le cose hanno iniziato a farsi interessanti.

Armi affilate e competizione

Misurando lunghezza e larghezza delle pinze, oltre ad altre sezioni come testa, torace e addome, i ricercatori hanno scoperto qualcosa di sorprendente: anche nelle femmine, le pinze crescono in modo sproporzionato rispetto al corpo, proprio come accade nei maschi. C’è però una differenza fondamentale: nei maschi, è la larghezza a ingrandirsi, generando pinze corte e spesse, perfette per afferrare e lottare.

Nelle femmine, invece, si estende la lunghezza: pinze dritte e affusolate, forse pensate per colpire con precisione o tenere a distanza. Come gli scienziati spiegano bene nello studio, si tratta di un caso da manuale di crescita sproporzionata di una struttura legata a comportamenti competitivi, uno dei segnali più chiari della pressione esercitata dalla selezione sessuale.

In genere, sono i maschi a sfidarsi per accedere alle femmine, ed è per questo che sviluppano tratti esasperati. Ma nello studio sui dermatteri marittimi è emerso chiaramente che anche le femmine combattono, e lo fanno per conquistare un tipo molto particolare di maschio: non quello più forte e aggressivo, ma quello piccolo, più debole ma tranquillo. Quello che potrebbe offrire meno problemi durante l’accoppiamento.

In questo scenario, le femmine più grandi (e con pinze più lunghe) sembrano avere un vantaggio decisivo nelle competizioni tra loro. Le pinze, dunque, non sarebbero solo strumenti passivi o eredità morfologiche, ma vere e proprie armi evolute per combattere altre femmine e garantirsi il partner “giusto”.

Le sorprese dell’evoluzione

Che le femmine dei dermatteri usino armi per competere tra loro è una scoperta che cambia le carte in tavola. Per decenni, la biologia evolutiva ha osservato con attenzione le strategie dei maschi, trascurando le femmine e ciò che poteva accadere dall’altra parte del corteggiamento. Ora sappiamo che anche loro, in certe condizioni, evolvono tratti estremi per vincere una battaglia.

Questo studio, il primo a quantificare in modo rigoroso l’allometria positiva nelle pinze femminili di Anisolabis maritima, apre una porta su un mondo ancora poco esplorato. Se è accaduto nei dermatteri, potrebbe accadere anche in altre specie. E chissà quante altre armi femminili (affilate, eleganti o invisibili ) ci aspettano al varco, pronte a smentire ciò che pensavamo di sapere sull’evoluzione.