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SCIENZA

Il Mar Morto si sta prosciugando, perde oltre un metro di acqua all'anno

L'acqua del Mar Morto si sta prosciugando e diminuisce di un metro ogni anno: la causa è soprattutto la crisi climatica ed è difficile trovare una soluzione

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L’acqua del Mar Morto, uno dei luoghi più straordinari del pianeta, è in grave pericolo e non sappiamo se il problema sia reversibile.

Situato in una delle depressioni più profonde della Terra, questo lago salato sta subendo un rapido e preoccupante prosciugamento.

Cosa sta succedendo all’acqua del Mar Morto

Il livello dell’acqua nel Mar Morto è in caduta libera, perdendo oltre un metro ogni anno da decenni, e la situazione sembra peggiorare senza una soluzione in vista. Un fenomeno che non solo minaccia l’ambiente locale, ma anche l’economia turistica che si è sviluppata attorno a questo incredibile ecosistema ricco di minerali. Il Mar Morto non è più il paradiso balneare che era un tempo.

Negli anni ’60, infatti, il Mar Morto era una delle principali attrazioni turistiche di Israele. Le sue acque, ricche di sali minerali con proprietà benefiche per la pelle, attiravano ogni anno milioni di visitatori. Oggi, però, lo scenario è ben diverso: la regione sta affrontando una crisi ecologica senza precedenti. Le acque, che erano note per il loro livello costante e la loro alta salinità, stanno lentamente evaporando.

La causa principale di questo fenomeno è l’intenso sfruttamento delle risorse idriche della zona, aggravato dal riscaldamento globale. Il fiume Giordano, che alimenta il lago, è stato deviato per scopi agricoli e per soddisfare il fabbisogno di acqua potabile nelle regioni circostanti. Inoltre, gli affluenti provenienti da Libano e Siria, che un tempo contribuivano a rifornire il Mar Morto, sono anch’essi stati intaccati da politiche idriche regionali.

Uno degli esempi più eclatanti di questa decadenza è il caso di Ein Gedi, un tempo una delle spiagge più rinomate di Israele, oggi in stato di semiabbandono. Qui, la vista di strutture turistico-ricreative ormai inutilizzabili, come cabine dei bagnini vuote e ombrelloni rotti, racconta la triste storia di un paesaggio che sta cambiando irreversibilmente.

La spiaggia è chiusa da cinque anni a causa della continua ritirata delle acque e della comparsa di pericolosi crateri nel terreno, noti come doline. Questi avvallamenti sono provocati dal cedimento del terreno dovuto alla perdita di acqua e alla conseguente instabilità geologica. Il fenomeno ha avuto un impatto devastante sul turismo, settore che ha alimentato l’economia locale per decenni.

Le risorse idriche in pericolo

Nel contesto geopolitico del Medio Oriente, però, la crisi del Mar Morto è ancor più articolata. Le tensioni tra Israele, Palestina e Giordania rendono estremamente difficile una cooperazione nazionale che possa affrontare efficacemente la problematica.

Le condizioni climatiche dell’area, con estati che possono raggiungere temperature superiori ai 50 gradi Celsius, hanno contribuito all’evaporazione accelerata delle acque del Mar Morto. In un ambiente così arido e instabile, la gestione delle risorse idriche diventa sempre più urgente.

Sebbene ci siano stati tentativi d’intervento, come la proposta di un canale per portare acqua al Mar Morto, le soluzioni sono ancora in fase di discussione e non esistono piani concreti che possano invertire il corso del declino.

In alternativa, sono stati esplorati progetti come la desalinizzazione dell’acqua, ma molti esperti avvertono che questa potrebbe non essere la soluzione giusta. Al contrario, l’accento dovrebbe essere posto sulla gestione ottimale delle risorse idriche disponibili, rispondendo anche alle necessità agricole e alle carenze di acqua per la popolazione.

In mezzo a questo scenario di crisi, alcune voci provano a trovare il lato positivo nell’esaurimento dell’acqua del Mar Morto, affermando di apprezzare le nuove sorgenti di acqua calda che si sono formate a causa del prosciugamento, trasformando il disastro ecologico in un’opportunità di relax.

Tuttavia, la realtà resta quella di un territorio che sta perdendo una delle sue meraviglie naturali uniche al mondo. La speranza di un intervento tempestivo, che coinvolga tutti i paesi della regione, è l’unica via per cercare d’invertire la rotta.

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