Arrivano gli “Agenti dell’AI”, assistenti digitali che fanno il lavoro al posto tuo
Gli Agenti AI, come Operator, stanno cambiando la nostra vita quotidiana, automatizzando attività e decisioni, ma con sfide legate a limiti e sicurezza.

Nel 2025, la tecnologia dei “Agenti dell’AI” sta iniziando a modificare il nostro rapporto con la vita quotidiana, mettendo a disposizione assistenti digitali che non si limitano a rispondere alle domande, ma vanno oltre, compiendo azioni autonome a nostro favore.
L’introduzione di questi strumenti sta segnando una nuova era: quella in cui l’intelligenza artificiale non solo ci aiuta, ma diventa in grado di prendere decisioni, automatizzare compiti ripetitivi e, in alcuni casi, gestire interi processi al posto nostro.
Vediamo, nel dettaglio, come funziona questa evoluzione e quali potrebbero essere gli impatti.
Il potenziale enorme degli “Agenti AI”
Fino a poco tempo fa, gli assistenti digitali come Siri, Google Assistant e Alexa erano per lo più in grado di rispondere a domande, accendere luci o suonare musica. Tuttavia, con l’arrivo degli “Agenti dell’AI”, le potenzialità si sono enormemente ampliate. Questi strumenti, tra cui Operator di OpenAI, sono in grado di andare oltre le risposte semplici: possono effettivamente agire per conto dell’utente, autonomamente, navigando siti web, facendo acquisti online e addirittura prenotando appuntamenti.
Nel caso specifico di Operator, che OpenAI ha recentemente lanciato in versione beta, l’assistente è in grado di ordinare la spesa o prenotare un ristorante, il tutto attraverso un’interfaccia simile a quella di ChatGPT ma con un livello di interazione molto più elevato. La novità sta nell’autonomia, ovvero: l’agente non si limita a rispondere a comandi, ma compie azioni sul web, guidato da semplici input dell’utente. Un’operazione che in passato richiedeva un intervento manuale completo, oggi può essere gestita da un’intelligenza artificiale.
Limiti e sfide
Nonostante il fascino dell’automazione, questi agenti digitali non sono ancora privi di limiti. Gli assistenti AI come Operator sono ancora in fase sperimentale, e gli utenti devono essere pronti a intervenire quando l’agente non è in grado di proseguire autonomamente, come nel caso di operazioni sensibili, come il login in un sito o la gestione di pagamenti. Sebbene l’AI sia in grado di completare una lista della spesa e fare acquisti, ci sono momenti in cui si ferma e richiede un controllo umano, soprattutto quando si tratta di informazioni sensibili come i dati di pagamento.
In uno scenario concreto, Operator può scegliere il miglior prodotto per ogni voce della lista della spesa, confrontando i prezzi dei supermercati online e aggiungendo gli articoli al carrello. Tuttavia, quando si tratta di concludere un pagamento, è necessario che l’utente fornisca i dati bancari. Sebbene il processo sia semplificato, questa limitazione evidenzia come l’AI, pur potente, non possa ancora agire senza supervisione in ogni passaggio.
Verso l’integrazione completa e i rischi di un’eccessiva Autonomia
In futuro, è probabile che queste tecnologie diventino sempre più sofisticate, con l’intelligenza artificiale che si integra ulteriormente nelle nostre vite quotidiane. Gli sviluppatori di GitHub, per esempio, stanno lavorando a Project Padawan, un agente autonomo che potrà non solo assistere nella scrittura del codice, ma farlo in modo completamente autonomo. Un simile approccio non è limitato al mondo dello sviluppo software, ma è destinato a espandersi in altri settori, come quello della gestione domestica o della programmazione di appuntamenti.
I più ottimisti vedono in questo un passo verso un futuro in cui ognuno avrà il proprio assistente personale in grado di apprendere le abitudini e le preferenze dell’utente per ottimizzare la gestione delle attività quotidiane. Dalla prenotazione di un viaggio alla gestione dei conti bancari, passando per la cura della casa, gli Agenti AI potrebbero diventare parte integrante della nostra vita, anticipando i nostri bisogni e agendo senza la necessità di interventi costanti.
Tuttavia, questa evoluzione non è priva di rischi. Margaret Mitchell, etica scientifica presso la società Hugging Face, intervistata dal Guardian si è detta convinta che l’autonomia totale degli agenti AI potrebbe comportare pericoli non trascurabili. Un’intelligenza artificiale che agisce senza supervisione potrebbe, ad esempio, intraprendere azioni inaspettate o condividere informazioni personali in modo non sicuro, se non correttamente monitorata.
Nel peggiore dei casi, un agente AI potrebbe prendere decisioni errate che compromettano la sicurezza degli utenti o addirittura danneggiare il loro patrimonio. Il caso dell’AI che ordina cibi errati o aggiunge articoli in eccesso nel carrello è un piccolo inconveniente rispetto al potenziale rischio di un agente che, agendo autonomamente, compia azioni che potrebbero danneggiare la privacy o mettere a rischio la sicurezza personale.
Nonostante tutto, però, una cosa è certa: che gli assistenti digitali che agiscono autonomamente sono destinati e diffondersi sempre di più fino a essere integrati completamente nella vita di tutti i giorni, personale e lavorativa.