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Avvistata una stella "cannibale" nello spazio: che cosa sappiamo

Come una stella "cannibale", questa nana bianca si nutre di frammenti dei suoi stessi pianeti: ecco perché sembra predire il futuro del nostro Sistema Solare.

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Stella Fonte foto: 123RF

Cosa succede quando una stella muore? L’ultima fase della sua evoluzione è quella della nana bianca, durante la quale perde i suoi strati più esterni e inizia a collassare su se stessa. Osservandone una da vicino, gli scienziati hanno notato la presenza di una strana cicatrice metallica sulla sua superficie: alcune analisi hanno rivelato che si tratta del segno lasciato dai frammenti di pianeti di cui la stella stessa si sta nutrendo, “cannibalizzando” il proprio sistema planetario. Ecco che cosa sappiamo.

Una stella “cannibale”: la scoperta

Un team di ricercatori, utilizzando il Very Large Telescope situato in Cile, ha osservato più da vicino una nana bianca situata a circa 63 anni luce di distanza dalla Terra. La stella, chiamata WD 0816-310, è ormai nella sua fase finale di evoluzione: secondo gli esperti, prima di diventare una nana bianca era molto simile al nostro Sole, seppure di dimensioni più grandi. In uno studio recentemente pubblicato su The Astrophysical Journal Letters, gli scienziati hanno descritto quella che è apparsa sin da subito una strana caratteristica della stella.

Si tratta di una cicatrice metallica, un evidente segno scuro impresso sulla sua superficie, che si è rivelato essere una concentrazione elevata di metalli. Da dove provengono? Sono i resti di qualche pianeta che, un tempo, orbitava attorno alla stella. I sistemi planetari, come ben sappiamo, si formano attorno ad una stella, all’interno di un disco protoplanetario costituito da gas e polveri. Man mano che la stella invecchia e raggiunge la fase di nana bianca, può arrivare a nutrirsi degli stessi pianeti che ha contribuito a creare.

Quella che i ricercatori hanno osservato è dunque una stella “cannibale”, che rivela preziose informazioni sulle dinamiche che riguardano i sistemi planetari durante la morte di una nana bianca. Secondo gli scienziati, sarebbe anche una previsione piuttosto attendibile di quello che sarà il futuro del nostro Sistema Solare: d’altra parte, infatti, WD 0816-310 era proprio come il Sole, e quest’ultimo un giorno attraverserà la fase di gigante rossa per poi, tra circa 5 miliardi di anni, diventare una nana bianca – e forse cannibalizzare i suoi pianeti.

L’importanza del campo magnetico

La scoperta, in sé, non è particolarmente eccezionale, se non fosse per un dettaglio: “È risaputo che alcune nane bianche – braci di stelle come il nostro Sole che si raffreddano lentamente – stanno cannibalizzando pezzi dei loro sistemi planetari. Ora abbiamo scoperto che il campo magnetico della stella gioca un ruolo chiave in questo processo, provocando una cicatrice sulla superficie della nana bianca” – ha affermato il dottor Stefano Bagnulo, astronomo presso l’Armagh Observatory and Planetarium nell’Irlanda del Nord e autore principale dello studio.

Il segno metallico è stato prodotto da un frammento planetario grande quanto Vesta, il secondo asteroide per dimensioni del nostro Sistema Solare, con una larghezza di circa 500 km. La distribuzione dei metalli sulla superficie della stella non è quella che ci si sarebbe aspettata: la cicatrice è concentrata in una sola area, che corrisponde ad uno dei poli magnetici della nana bianca. Ciò significa che il campo magnetico della stella ha attratto i metalli verso di essa, dando vita alla cicatrice. “Niente di simile è mai stato visto prima” – ha dichiarato il professor John Landstreet, astronomo della Western University in Canada e coautore dello studio.