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SCIENZA

Milioni di zanzare verranno rilasciate nell'aria in Brasile: il piano anti-dengue

Milioni di zanzare fornite da un laboratorio di Rio de Janeiro saranno rilasciate nell'aria in Brasile: si tratta di una strategia mirata a combattere l'epidemia di dengue

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Croce delle temperature calde, nemiche delle serate estive, temutissime per molte ragioni: le zanzare sono insetti decisamente fastidiosi. Al contempo, però, possono essere dei vettori utilissimi da usare in modo strategico: a dimostrarlo è il rilascio di milioni di culicidae nei cieli del Brasile. Sì, proprio così: milioni di zanzare saranno deliberatamente rilasciate, pronte a ronzare sul vasto Paese sudamericano, e i motivi sono più interessanti di quanto si possa pensare.

Il rilascio di questi insetti fa infatti parte di una strategia innovativa nella lotta contro la febbre dengue, una malattia virale per la quale, purtroppo, non esistono ancora trattamenti specifici e che comporta sintomi devastanti, che possono diventare anche letali se gli infetti sono già affetti da altre patologie. La cosa più interessante da sapere è che questa malattia viene contagiata per lo più proprio dalle zanzare. Allora perché usarle?

Le zanzare infette e le loro azioni

Andiamo per ordine. Le zanzare che hanno contribuito alla diffusione delle febbre dengue in Brasile sono le Aedes Aegypti, originarie dell’Africa subsahariana. Per via del riscaldamento globale e del cambiamento climatico, queste zanzare si sono diffuse in molte regioni tropicali e subtropicali del mondo e, purtroppo, sono considerate una minaccia per via della loro resistenza a virus pericolosi per l’uomo.

Ad aggravare la situazione c’è il fatto che queste zanzare si sono dimostrate capaci di adattarsi a habitat urbani e rurali e in grado di riprodursi in qualsiasi recipiente d’acqua stagnante. In più, sono una specie di zanzara aggressiva diurna, il che significa che sono particolarmente attive durante il giorno: sono attratte soprattutto dall’odore del sudore umano e dal biossido di carbonio esalato dai nostri corpi. Debellarle, visto il fatto che per altro si riproducono a una velocità incontrollabile, è sostanzialmente una missione impossibile.

Per questa ragione un laboratorio di Rio de Janeiro (gestito da un istituto di sanità pubblica) in collaborazione con il World Mosquito Program (WMP) e con il supporto del Ministero della Salute, ha pensato a un modo alternativo per neutralizzare, almeno in parte, il loro effetto deleterio.

Il batterio Wolbachia e l’incompatibilità citoplasmatica

Gli scienziati del laboratorio di Rio De Janeiro hanno pensato che se le Aedes Aegypti sono state in grado di tollerare il virus della febbre dengue possono essere anche in grado di tollerare il batterio Wolbachia. E no, non si tratta di una missione suicida che aggiunge vettori negativi ad altri vettori negativi, in primis perché il batterio Wolbachia non è nocivo per l’uomo, e poi perché fa tutto parte di una strategia che si basa su un processo noto come “incompatibilità citoplasmatica“.

In sostanza, se una zanzara infettata dal batterio Wolbachia si accoppia con una zanzara non infetta, gli embrioni risultanti non riescono a svilupparsi correttamente e muoiono prima di raggiungere l’età adulta. In effetti, gli studi hanno dimostrato che le Aedes Aegypti possono ospitare il batterio Wolbachia ed è per questo che dopo essere state infettate le zanzare, ribattezzate wolbitos, verranno rilasciate nel cielo del Brasile: il loro compito è quello di mettere un freno al proliferare di zanzare infette.

Il programma e i nuovi studi

Dunque, questo approccio si basa sull’idea di utilizzare zanzare modificate per bloccare la trasmissione della dengue, anziché cercare di eradicare completamente la popolazione di zanzare. Si tratta, tra le altre cose, di un metodo considerato più sostenibile rispetto all’uso di pesticidi e altre sostanze chimiche nocive. Le zanzare che ospitano il batterio Wolbachia sono state già introdotte con successo in cinque città brasiliane: ora è prevista un’ulteriore espansione del progetto.

Il laboratorio di Rio De Janeiro, intanto, sta subendo degli ampliamenti e sono in corso degli studi per capire se una strategia simile può essere applicata ad altri casi. Se così fosse, si potrebbe proteggere un numero sempre crescente di persone da molte patologie trasmesse dalle zanzare.

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