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Che cos'è il chip SoC e perché è importante per il tuo smartphone

La tecnologia avanza, e con essa mutano anche le denominazioni dei componenti. Come SoC, acronimo che identifica l'evoluzione dei processori.

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mediatek dimensity 1200 Fonte foto: Mediatek

Un tempo erano conosciuti come “processori” ed in pochi avevano dubbi su cosa fossero. Da qualche anno si parla invece di SoC in modo incessante, e non per moda o per un esercizio di stile ma per via dell’evoluzione che ha consentito a smartphone e tablet di mutare in prodotti sempre più potenti ed efficienti.

Un tempo il cellulare, poi i palmari, i primi smartphone, infine gli smartphone odierni, prodotti poliedrici che con un tocco sullo schermo possono trasformarsi in men che non si dica in ciò che occorre, da un semplice strumento di comunicazione ad una console da gioco in miniatura. Il merito è dei passi da gigante compiuti dalla tecnologia nell’arco di pochi anni, tempo in cui dei “semplici” processori si sono evoluti per diventare dei SoC o se preferite System on a Chip, ossia, come suggerisce la traduzione scolastica in italiano, dei Sistemi in un Chip, in altre parole dei veri e propri jolly tuttofare grandi quanto una moneta.

Cos’è il SoC

Un SoC è dunque un circuito integrato che include anzitutto il “vecchio” processore o CPU, quindi l’unità di calcolo all’interno della quale ci sono i core ossia coloro che eseguono i calcoli. All’interno del SoC ci sono poi altri componenti che prima erano separati come la GPU 8il processore grafico) e il modem 8oggi anche 5G). I nuovi SoC M1 di Apple al loro interno hanno persino la memoria RAM.

La soluzione miniaturizzata proposta dai SoC offre parecchi vantaggi: anzitutto consente di risparmiare di spazio, che i produttori di tecnologia tascabile sfruttano per realizzare oggetti sempre più piccoli e leggeri; una più elevata efficienza energetica, che permette una maggiore autonomia a parità di batteria; un notevole guadagno in termini di prestazioni, dal momento che i componenti possono scambiarsi dati e informazioni in modo più rapido; infine un risparmio nei costi di produzione, grazie all’eliminazione di alcuni componenti di cui si può fare a meno per via della miniaturizzazione. Il rovescio della medaglia, invece, è che a parità di SoC ormai i dispositivi sono un po’ tutti uguali.

I SoC di Qualcomm

Qualcomm è il leader mondiale nella produzione dei SoC. Il nome da tenere a mente per smartphone, tablet, dispositivi indossabili e di recente anche computer portatili è Snapdragon, che per quanto riguarda le prime due categorie di prodotti è seguita da un numero a tre cifre.

Il primo numero identifica la famiglia o serie, e può dare un’indicazione sulla “caratura” di quel SoC, mentre i restanti due numeri, per semplificare, possono essere intesi come progressivi.

I Qualcomm Snapdragon serie 200/400/600 appartengono in genere alla fascia bassa, sia in termini di prestazioni che di costi industriali, i quali – neanche a dirlo – influenzano di riflesso il prezzo finale per l’acquirente.

I Qualcomm Snapdragon serie 700 abbracciano una fascia molto ampia, dalla media alla medio alta al crescere degli ultimi due numeri.

I Qualcomm Snapdragon serie 800 rappresentano l’olimpo dell’azienda americana, per cui di solito equipaggiano gli smartphone Android di fascia elevata. La piattaforma mobile di punta per il 2021 è, ad esempio, il Qualcomm Snapdragon 888 che è usato nei “super top di gamma” o, come si chiamano oggi, negli “smartphone premium“.

I SoC di MediaTek

MediaTek è il produttore di SoC che per varietà di offerta e rapporto qualità/prezzo viene considerato il principale concorrente di Qualcomm.

La gamma del produttore cinese è quasi sconfinata, e volendoci limitare per brevità ai soli smartphone bisogna menzionare le famiglie Mediatek Dimensity 800, per la fascia media, Dimensity 900 e Dimensity 1000, per la medio alta e Dimensity 1100 e 1200 per la fascia alta.

Ci sono poi i MediaTek Helio P/G/X, in genere destinati ai prodotti di fascia bassa e medio bassa.

I SoC Bionic di Apple

Infine c’è Apple, che da parecchi anni progetta da sé i SoC che hanno fatto le fortune di iPhone e iPad. Di solito la presentazione di un nuovo componente della famiglia Bionic coincide con quella dei nuovi iPhone o dei nuovi iPad.

A differenza di quanto avviene con i produttori trattati in precedenza, Apple non produce SoC di “serie A” e SoC di “serie B“: sono tutti super performanti, in linea con la filosofia aziendale. Di conseguenza vengono identificati con un numero progressivo che indica la generazione.

Il potentissimo SoC che ad esempio equipaggia gli attuali iPhone 12 ma anche gli iPad Air di quarta generazione è l’Apple A14 Bionic, mentre il SoC dell’anno prima, per intenderci quello degli iPhone 11, era banalmente l’Apple A13 Bionic.

Il nuovo iPad Pro 2021, invece, usa il SoC M1 che Apple ha creato principalmente per i computer, dopo aver abbandonato i “vecchiprocessori Intel: i portatili Macbook Air e MacBook Pro da 13 pollici, Mac mini e i nuovi iMac. E questo ci fa capire chiaramente una cosa: i SoC non sono più i “processori di serie B” per i cellulari, ma sono il futuro dell’elettronica.