Un esemplare unico al mondo: niente di simile si era visto prima
Un incantevole e preziosissimo regalo che arriva da un passato lontanissimo: è stato ritrovato per caso un orecchio di origine vichinga, che ha lasciato gli archeologi a bocca aperta
La storia ci sorprende facendo apparire reperti carichi di fascino nei modi più disparati: ritrovamenti nel corso di minuziosi scavi archeologici si alternano a incredibili colpi di fortuna che sembrano ricordarci che il passato, in effetti, non è mai così lontano. Ed è proprio di un colpo di fortuna che parliamo oggi, perché un raro orecchino di origine vichinga è stato recentemente ritrovato in modo assolutamente casuale.
L’autore della scoperta è Frants Fugl Vestergaard, che da diversi anni dirige la Kystdirektoratet, ovvero l’autorità costiera della Danimarca. L’uomo stava coadiuvando alcune operazioni di monitoraggio sulle spiagge danesi e non immaginava di certo di ritrovarsi con (letteralmente) in mano un pezzo di storia.
Il ritrovamento dell’orecchino di origine vichinga
Dunque, cos’è successo di preciso? Vestergaard si trovava sulle coste del West Jutland, impegnato in un’attività di controllo e tracking del territorio marino. Lui e la sua squadra stavano nello specifico, registrando le alterazioni costiere relative al cambiamento climatico, e avevano con loro una variegata strumentazione per registrare diverse tipologie di dati, compresa la comparsa di materiali ferrosi o metallici e il loro impatto sulle aree vicine al mare.
Vestergaard in particolare stava esplorando un piccolo campo caratterizzato da vegetazione selvatica, quando ha iniziato ad avvertire un debole bip dal metal detector che stava utilizzando. L’uomo ha rivelato che, generalmente, simili deboli segnali sono comuni e molti non li avrebbero attenzionati a dovere, ma per qualche ragione si è sentito in dovere di indagare. Il bip si è intensificato vicino a un’area fangosa sul quale svettava una roccia già crepata. Dopo una piccola spinta, la roccia si è rotta definitivamente ed eccolo: un orecchino d’oro.
Le caratteristiche dell’orecchino
Era evidente, però, che non fosse un orecchino qualsiasi. Vestergaard si è trovato fra le mani un reperto unico al mondo ed essendo anche un appassionato di storia, se n’è subito reso conto, tanto che dopo averlo pulito con un po’ d’acqua l’ha anche analizzato. Il gioiello è composto da una piccola lastra a forma di mezzaluna, inserita in una cornice realizzata con fili d’oro e ornati da piccole palline e fasce, sempre d’oro.
La piastra a forma di mezzaluna (d’oro anch’essa, naturalmente) è ricoperta di smalto colorato. E no, anche in questo caso non si tratta di “semplice” smalto, ma di una tipologia specifica che si realizza con una tecnica speciale, dove si schiaccia e si polverizza il materiale colorato per poi fonderlo con il vetro e, in seguito, fissarlo al metallo rendendolo opaco. Il motivo rappresentato è ancora ben visibile, con due uccelli stilizzati intorno a quello che sembra essere l’albero della vita.
Il viaggio dell’orecchino di origine vichinga
Avvolto l’orecchino in un panno, Vestergaard lo ha poi chiuso all’interno di un contenitore ermetico e si è recato in prima battuta al museo di Hostelbro, uno dei più accreditati per i gioielli antichi. Quando l’uomo è arrivato con l’orecchino, però, gli esperti sono rimasti stupefatti e hanno ritenuto opportuno coinvolgere gli studiosi del Nationalmuseet. Il motivo di tanto stupore? Semplice: questo gioiello è unico, perché se ne contano solo 10-12 esemplari (leggermente differenti) in tutto il mondo.
Per di più, nessun gioiello simile era mai stato trovato in Danimarca: così, sono subito partiti gli studi, che hanno rivelato che l’orecchino è sì di origine vichinga, ma viene da molto, molto più lontano: le sue radici sono bizantine. Secondo l’esperto di storia vichinga del Nationalmuseet, Peter Pentz, tutto risale al periodo in cui diversi guerrieri vichinghi si arruolarono per proteggere l’imperatore bizantino (che aveva una guardia reale composta prevalentemente da guerrieri scandinavi).
È probabile che l’orecchino facesse parte dei doni che l’imperatore elargiva occasionalmente alla guardia reale, che lo ha poi portato a casa. Sia come sia, di certo l’orecchino ha fatto un viaggio lunghissimo e non è detto che non abbia altre storie da raccontarci: gli esperti, infatti, lo stanno ancora analizzando perché potrebbe rivelare nuove sorprese.