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SCIENZA

Scoperta inaspettata: esiste un pianeta gemello di Giove

Un esopianeta a 17mila anni luce dalla Terra ha caratteristiche simili a quelle di Giove: il telescopio Kepler ha fornito i dati necessari

Scoperto il pianeta gemello di Giove Fonte foto: 123RF

Tutti abbiamo un gemello. Questa frase della serie televisiva “Lie to me” è vera come non mai e oltretutto si può applicare anche allo spazio. Il telescopio Kepler della NASA è riuscito infatti a individuare quello che è stato subito ribattezzato come “pianeta gemello” di Giove. Il “sosia” è stato scoperto da un dispositivo che l’agenzia spaziale americana ha fatto debuttare diversi anni fa.

Nonostante questo telescopio abbia interrotto le proprie operazioni nel 2018, si è rivelato utile con questo esopianeta che si trova a 17mila anni luce dalla Terra. Per la prima volta abbiamo appena ammirato il lato oscuro di Giove, esiste qualcosa di simile anche nel pianeta gemello? Anzitutto, gli scienziati hanno scelto il classico nome complicato per ribattezzarlo.

Il pianeta che somiglia tanto a Giove si chiama K2-2016-BLG-0005Lb e fa parte dei dati acquisiti da Kepler nel 2016. L’elaborazione di queste informazioni ha permesso di associare il telescopio inattivo alla scoperta di questi giorni. Il dispositivo della NASA non è nuovo a rilevamenti del genere, visto che ha osservato quasi 3mila pianeti che poi sono stati confermati. Tra i dati relativi all’oggetto celeste ci sono quelli del tempo e della luce del giorno, fondamentali per determinare con estrema precisone la massa e la distanza orbitale dalla stella ospite.

Un fenomeno molto particolare

Proprio la massa e la posizione rispetto al suo Sole lo rendono identico a Giove, pianeta di cui si è capita finalmente la formazione delle caratteristiche aurore. Il team che si è occupato della scoperta è guidato dall’Università di Manchester: secondo quanto riferito dagli scienziati che ne fanno parte, il pianeta gemello è stato individuato in modo definitivo approfittando di un fenomeno noto come “microlensing gravitazionale”, il quale è previsto dalla celebre teoria della relatività di Albert Einstein. In poche parole, gli oggetti nello spazio possono essere studiati più da vicino quando la luce della stella sullo sfondo viene deformata e amplificata dalla gravità di un oggetto massiccio.

Le somiglianze con Giove

Determinanti, poi, sono stati i tre mesi di osservazioni di Kepler, il quale si era concentrato sul tratto di cielo in cui è posizionato K2-2016-BLG-0005Lb. L’astronomo Iain McDonald, sempre dell’Università di Manchester, ha sviluppato un nuovo algoritmo di ricerca e l’esopianeta è diventato ufficialmente tale. La somiglianza con Giove ha reso il tutto ancora più affascinante. Tra l’altro, gli scienziati protagonisti della ricerca hanno voluto sottolineare come Kepler non sia stato progettato per arrivare a questi risultati, a conferma della mole di lavoro imponente che è stata necessaria.

In effetti, il pianeta gemello di Giove è stato rilevato con il microlensing che non era affatto previsto per quel che riguarda le osservazioni del telescopio della NASA. La stessa agenzia spaziale ha registrato rumori proprio dal pianeta più grande del sistema solare e se dovesse verificarsi qualcosa di simile su K2-2016-BLG-0005Lb, ci sarebbe una nuova emozione da condividere. Kepler doveva in realtà interrompere la propria attività nel 2016, salvo poi essere interessato da un prolungamento della missione in relazione ai potenziali esopianeti in cui abitare, uno “straordinario” che ha sancito il pensionamento del telescopio due anni dopo.