Fake News: approvato il nuovo codice europeo: cosa cambia
Da Google a Meta, da TikTok a Twitter, le 34 società più importanti del digitale hanno sottoscritto il Codice Etico 2022 contro la disinformazione che taglierà i fondi pubblicitari a quanti diffondono fake news.
Il nuovo Codice di condotta europeo sulla disinformazione “rinforzato” è stato sottoscritto da 34 firmatari tra cui Google, TikTok, Adobe, Microsoft, Meta e Twitter solo per citarne i giganti tech più famosi, mentre non è stato firmato da Apple e Telegram per citarne due altrettanto famosi. Il documento è un passo ulteriore alla lotta alle fake news e recepisce le indicazioni contenute nelle Linee Guida pubblicate a maggio 2021, ma rinforzate per la presenza di una task force permanente e di un Osservatorio sulla Trasparenza.
Il Codice Etico 2022 contro la disinformazione in Europa si presenta come uno strumento di autoregolamentazione che mira innanzitutto a tagliare i cordoni della borsa verso quei soggetti che diffondono informazioni false. Il metodo è semplice, viene tagliata la pubblicità. Viene però al contempo riconosciuto ai firmatari un certo margine di discrezionalità: spetta a loro decidere quali impegni sottoscrivere ed è loro responsabilità garantire l’efficacia dell’attuazione. Infine, una precisazione, il Codice Etico 2022 è un documento firmato in modo volontario dalle aziende, non è una direttiva europea e non è direttamente approvato dalla Commissione, che però ritiene che le aspettative indicate nella Guida 2021 siano state soddisfatte. In un certo senso possiamo dire che questo nuovo codice di autoregolamentazione dell’industria tech sia un frutto della “moral suasion” della UE.
Codice Etico 2022 contro le Fake News: le novità
Il nuovo Codice rinforzato di Condotta 2022 approvato in ambito europeo è uno strumento di autoregolamentazione, cioè viene adottato su base volontaria. Aiuta le società che operano nel digitale a prendere provvedimenti per impedire che le loro piattaforme siano utilizzate come veicolo di diffusione di notizie false e disinformazione.
In un certo senso sono state messe nero su bianco le azioni utili per arginare la diffusione di informazioni false, se non vera propaganda, a seguito, sottolinea la Commissione, “delle lezioni apprese dalla crisi del COVID19 e dalla guerra di aggressione della Russia in Ucraina“.
I firmatari si impegnano a demonetizzare la diffusione della disinformazione, garantire la trasparenza della pubblicità politica, responsabilizzare gli utenti, rafforzare la cooperazione con i verificatori di fatti e fornire ai ricercatori un migliore accesso ai dati.
Infine, tra le novità: l’introduzione di una task force permanente per garantire la massima collaborazione tra i firmatari, il monitoraggio dei risultati ottenuti con le azioni intraprese, l’istituzione di un Centro per la trasparenza che comunicherà al pubblico le azioni messe in atto aggiornato regolarmente con i dati del monitoraggio.
I 44 impegni del Codice di condotta contro la disinformazione
Gli impegni presi dai firmatari del Codice di condotta rafforzato sono 44 suddivisi in 128 misure specifiche. Ecco i punti più importanti del documento e cosa vogliono dire per gli utenti e le piattaforme:
- demonetizzazione, ossia il taglio agli introiti pubblicitari verso chi diffonde disinformazione;
- Politica: maggiore trasparenza sulla pubblicità politica,
- Integrità dei servizi: controllo su account falsi, amplificazione guidata da bot, furto d’identità, deep fake dannosi;
- Formazione: degli utenti per aiutarli a riconoscere, comprendere e segnalare la disinformazione;
- Ricerca: maggiore supporto alla ricerca e al fasulla disinformazione.
- Rafforzamento della comunità di verifica dei fatti: il Codice prevede contributi finanziari equi per il lavoro dei verificatori di fatti.
- Centro di trasparenza e Task force: Il Centro fornirà informazioni accessibili a tutti i cittadini, mentre la Task Force, presieduta dalla Commissione rivedrà periodicamente gli impegni per adattarli alle nuove tecnologie.
- Quadro di monitoraggio rafforzato: i firmatari forniranno alla Commissione le prime relazioni di base sulla loro attuazione del codice.