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Trovato il genoma più grande conosciuto al mondo, perché è una scoperta sorprendente

Una minuscola felce ha ottenuto un record mondiale: vanta il genoma più grande mai scoperto al mondo

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Genoma Fonte foto: 123RF

Una felce, la Tmesipteris oblanceolata, si è aggiudicata un posto d’onore nel Guinness Book of World Records. Il motivo? Ha il più grande genoma mai scoperto in un essere vivente. È quanto svelato da uno studio pubblicato su iScience, realizzato da un gruppo di ricercatori del Royal Botanic Gardens di Kew, nel Regno Unito, in collaborazione con l’Institut Botanic de Barcelona. Di seguito spieghiamo il motivo della rilevanza di tale scoperta.

Una felce da record

Non fiorisce la felce Tmesipteris oblanceolata, il che di certo non la rende l’esemplare più visto al mondo. Eppure oggi i riflettori sono su di lei, considerando le dimensioni del suo genoma. Non è ancora chiaro a cosa possa esserle utile, ma ciò fa parte della ricerca che prosegue in materia.

I ricercatori sperano inoltre che questo sia un primo passo per avere le idee sempre più chiare in merito al rapporto tra le dimensioni del patrimonio genetico di un dato organismo e le sue capacità. Una di queste, ad esempio, è quella di riuscire ad adattarsi al meglio ai cambiamenti dell’ambiente in cui cresce.

Scendendo nel dettaglio, si parla di ben 160 miliardi di coppie di basi azotate all’interno del proprio genoma. È utile in questo caso proporre un confronto: il genoma umano ne contiene circa 3 miliardi.

Ma cosa sono le basi azotate? Si tratta di molecole che contraddistinguono i nucleotidi, che vanno a costituire il Dna. Record battuto, in precedenza detenuto dalla Paris japonica, ovvero una pianta da fiore originaria del Giappone. La distanza tra le due è però notevole, considerando come l’ex numero 1 in questa speciale classifica vanti circa 11 miliardi di coppia di basi azotate in meno.

Ecco in merito le parole di Jaume Pellicer, ricercatore in biologia evolutiva presso l’Institut Botanic de Barcelona, alla guida dello studio: “Si tratta di un piccolo genere di felci, unico e affascinante. I suoi antenati si sono evoluti circa 350 milioni di anni fa, ben prima della presenza dei dinosauri sulla Terra. Si distingue per essere prevalentemente epifita (cresce principalmente sui tronchi e sui rami di altre piante o alberi, ndr) e per la distribuzione limitata ad alcune isole del Pacifico e all’Oceania”.

L’importanza della scoperta

I campioni analizzati in questo studio provengono da felci raccolte in Nuova Caledonia, nell’Oceano Pacifico sudoccidentale. Il gruppo di ricercatori ha isolato i nuclei di migliaia di cellule, trattandosi con un reagente colorato che si lega in maniera specifica al Dna.

Sono stati sfruttati come riferimento i nuclei di una pianta con un genoma dalle dimensioni note, trattando il tutto con lo stesso reagente. Gli autori sono così risaliti al numero di coppie di basi azotate.

Ilia Leitch, ricercatrice presso la Royal Botanic Gardens, co-autrice dello studio, si è detta estremamente stupita dal risultato ottenuto da questa “piccola felce senza pretese”. Guardando al futuro, si è poi così espressa: “Le piante sono incredibilmente diverse se considerate a livello di Dna, e questo dovrebbe farci riflettere sul loro valore intrinseco nel quadro della biodiversità globale. Questa scoperta solleva nuove domande sui limiti di ciò che è biologicamente possibile. Speriamo di rispondervi un giorno”.

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