Libero
SCIENZA

La chiamano "la foresta degli strani": ecco cosa hanno trovato negli abissi

A un chilometro e mezzo di profondità nell'Oceano Pacifico si trova la foresta degli strani, un paesaggio marino unico e mozzafiato

Pubblicato:

Nel 1967 Jim Morrison cantava con il suo inconfondibile timbro malinconico come nessuno ricordi il nome della gente strana. Lo stesso non può dirsi di una foresta particolare, un paesaggio unico nel suo genere che però non si trova sulla terraferma. Dopo averla scoperta, la foresta degli strani è impossibile da dimenticare e il motivo è presto detto.

Per capire di cosa si tratta bisogna tornare indietro al 2017. Cinque anni fa alcuni scienziati esaminarono con cura un vulcano sommerso nell’Oceano Pacifico. Si sarebbero aspettati di tutto, visto che il mare è abituato a riservare sorprese, ma non certo quello che poi è diventato un panorama naturale che non ha eguali al mondo.

A circa un chilometro e mezzo di profondità in queste acque si trova infatti un paesaggio marino impreziosito da coralli dalle forme più strane, oltre a una spugna di vetro che è stata ribattezzata “ET” come il celebre extraterrestre cinematografico. La foresta degli strani non è composta da alberi e piante, bensì da singolari coralli. La somiglianza con volti e altri oggetti è stata notata fin da subito, come ad esempio nel caso della Narella che, con il suo tipico appiattimento, fa pensare a un’arpa. Non mancano nemmeno piccole stelle marine che rendono il paesaggio stesso ancora più emozionante.

I “dominatori” della foresta degli strani

L’attenzione principale per quel che concerne la foresta degli strani non poteva che essere quella della spugna ET. Il suo fascino è dettato dal fatto che la “testa” è a forma di melone, con tanto di due fori che ricordano degli occhi alquanto stralunati. Nel 2020, poi, si è deciso di coniare un nome scientifico ad hoc, vale a dire “Advhena Magnifica”, due parole che significano letteralmente “il magnifico alieno”. L’unico avvistamento precedente di una spugna del genere risaliva a un anno prima, anche se in una zona molto lontana da quella del Pacifico: si tratta di un luogo tra i più temuti del pianeta.

Non solo la foresta degli strani

In effetti la spugna ET popola anche la cosiddetta Fossa delle Marianne, la più profonda depressione oceanica conosciuta al mondo con i suoi quasi 11mila metri (se, per ipotesi, si potesse affondare in queste acque l’Everest, la cima non riuscirebbe ad emergere per quasi 3 km). I filmati registrati nel Pacifico e nel bel mezzo della foresta degli strani hanno evidenziato un comportamento singolare da parte dell’Advhena Magnifica. Le spugne di questo tipo sono apparse tutte rivolte verso la stessa direzione, con tutta probabilità per via della loro necessità di nutrirsi di particelle galleggianti trasportate dalla corrente.

Gli esperti sono convinti del fatto che la foresta degli strani e la Fossa delle Marianne non siano gli unici habitat privilegiati dalle spugne che ricordano gli extraterrestri. Ci sono buone probabilità che le stesse popolazioni si trovino nei pressi di altre montagne sottomarine, definite da chi se ne intende come vere e proprie “isole di fauna selvatica”. In poche parole, è solo questione di tempo e se ne troveranno molte altre in giro per il mondo. Ambienti con una biodiversità del genere sembrano soltanto apparentemente rari, in realtà sono più comuni di quello che abbiamo sempre immaginato.