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I gatti potrebbero aver contratto l'influenza aviaria dal cibo

I gatti potrebbero aver contratto l'influenza aviaria dal cibo crudo: è allarme negli Stati Uniti dove ci sono diversi casi e si prendono provvedimenti

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Dopo alcuni casi conclamati, sembra che i gatti potrebbero aver contratto l’influenza aviaria dal cibo.

Episodi del genere si sono verificati negli Stati Uniti, dove le autorità stanno cercando d’intervenire per arginare il contagio.

Come i gatti potrebbero aver contratto l’influenza aviaria

Recenti casi d’influenza aviaria nei gatti hanno acceso i riflettori su una possibile correlazione tra questa malattia e il consumo di alimenti per animali crudi. Oltre due dozzine di episodi confermati negli Stati Uniti, emersi dall’inizio di dicembre, hanno spinto le autorità a intervenire con nuove normative sulla sicurezza del cibo per animali e a rafforzare la sorveglianza negli allevamenti avicoli.

Storicamente, era già noto che i gatti fossero vulnerabili al virus H5N1, una variante particolarmente aggressiva dell’influenza aviaria. Tuttavia, l’attuale ondata d’infezioni ha sorpreso gli esperti per la sua estensione e per il coinvolgimento di animali domestici senza contatti diretti con uccelli selvatici o allevamenti. I nuovi dati indicano che molti dei gatti colpiti avevano consumato cibo crudo, in particolare latte non pastorizzato o prodotti a base di carne cruda commercialmente disponibili.

Il fenomeno ha già avuto conseguenze pratiche. Un produttore di alimenti per animali ha avviato un richiamo volontario di alcuni prodotti dopo che i test di laboratorio hanno rivelato tracce del virus H5N1 in una ricetta congelata a base di tacchino per gatti. Questo episodio ha suscitato interrogativi su possibili falle nella filiera alimentare e sull’efficacia delle attuali misure di controllo.

L’origine della contaminazione rimane oggetto di indagine. In alcuni casi, i campioni prelevati dagli animali infetti erano geneticamente simili a quelli di tacchini provenienti da allevamenti in Minnesota, suggerendo un possibile collegamento con la carne di volatili infetti. Sebbene la normativa preveda che gli animali colpiti dall’influenza aviaria non possano entrare nella catena alimentare, esistono scenari in cui uccelli infetti ma asintomatici potrebbero sfuggire ai controlli.

L’agenzia statunitense per la sicurezza alimentare (FDA) richiede che i produttori di alimenti per animali adottino piani di sicurezza scritti per prevenire rischi sanitari. Tuttavia, la sorveglianza effettiva di tali piani incontra spesso limiti di risorse. Inoltre, i prodotti crudi, che non subiscono trattamenti termici come la pastorizzazione o la cottura, rappresentano un punto critico. Il calore, infatti, è sufficiente per neutralizzare il virus e rendere sicuri i prodotti alimentari.

Le misure per arginare la contaminazione

Quello attuale negli Stati Uniti è uno scenario articolato e, per arginare il contagio, le autorità stanno introducendo nuove regole per la sicurezza alimentare. I produttori di alimenti crudi saranno obbligati a rivedere e rafforzare i loro piani per mitigare i rischi associati all’influenza aviaria.

Parallelamente, negli allevamenti di tacchini di Minnesota e South Dakota sono stati introdotti protocolli d’isolamento e test per monitorare la presenza del virus prima della macellazione. Queste misure potrebbero essere estese ad altri stati in futuro.

Gli esperti sottolineano che la prevenzione resta il modo più efficace per scongiurare rischi. Evitare di alimentare gli animali con latte, carne o pollame crudi è una precauzione fondamentale, soprattutto in un contesto in cui il virus sembra essere più diffuso nella catena alimentare.

Questo momento di particolare attenzione sul cibo per animali offre anche l’opportunità di riflettere sulla trasparenza e sulla qualità dei prodotti disponibili sul mercato. Comprendere l’origine degli ingredienti e i processi di produzione utilizzati è essenziale. I consumatori possono fare domande ai produttori e scegliere solo marchi che garantiscono standard di sicurezza elevati.

La relazione tra l’influenza aviaria e i gatti, emersa in modo inaspettato, mette in luce quanto sia importante mantenere elevata l’attenzione su tutti i segmenti della catena alimentare, non solo per prevenire episodi di contaminazione ma anche per garantire la sicurezza stessa degli animali domestici. Questo episodio, pur sollevando preoccupazioni, rappresenta anche un’opportunità per migliorare gli standard e proteggere meglio i nostri compagni a quattro zampe.

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