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Li chiamano i "giganti estinti": un nuovo dettaglio è emerso su di loro

Erano alti fino a 3 metri e pesavano oltre 400 kg: uno studio scopre un nuovo dettaglio su una delle specie estinte più grandi mai esistite.

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Scoperta sugli uccelli elefante del Madagascar Fonte foto: 123RF

Ci sono creature avvolte nel mistero, talmente strane e particolari da dividersi tra storia e mito. I paleontologi della Curtin University hanno approfondito gli studi su quelli che da molti vengono chiamati i “giganti estinti”: degli enormi uccelli di dimensioni assurde, tra i più grandi che siano mai esistiti e che vissero nell’attuale Madagascar. Oggi grazie a una nuova analisi siamo venuti a conoscenza di un nuovo, assurdo dettaglio in merito a questi animali.

Uccelli elefante, i “giganti estinti” del Madagascar

Non è mai semplice studiare nel dettaglio una specie estinta, specialmente quando le prove a nostra disposizione sono davvero poche. È questo il caso degli uccelli elefante, conosciuti con il nome scientifico Aepyornithidae Aepyornis, animali di dimensioni gigantesche che potevano raggiungere i 3 metri di altezza e talvolta superare i 400 kg di peso. Tutto decisamente anomalo per una specie ornitologica che, stando ai dati raccolti finora, con molta probabilità si sarebbe estinta circa un millennio fa per ragioni ancora poco chiare.

“Gli uccelli elefante del Madagascar erano grandi ratiti incapaci di volare – ha spiegato la professoressa Alicia Grealy della Curtin University di Bentley, in Australia -. La parentela degli uccelli elefante con altri uccelli è rimasta un mistero fino a quando diversi studi genetici hanno scoperto che sono ‘fratelli’ del kiwi della Nuova Zelanda, rivoluzionando la nostra comprensione della diversificazione aviaria”.

Restano incerte, però, la biodiversità e le relazioni evolutive all’interno della stessa specie. Del resto parliamo di studi che sono iniziati circa 150 anni fa, avendo a disposizione pochissimi resti fossili incompleti risalenti al Pleistocene-Olocene e ritrovati nel Madagascar meridionale e centrale. Confrontando e analizzando tali reperti, i paleontologi erano già venuti a capo di una prima questione: “Circa otto specie di uccelli elefanti di due generi erano state generalmente accettate sulla base del confronto morfologico dei fossili scheletrici, ma una recente rivalutazione morfometrica del materiale scheletrico ha riclassificato gli uccelli elefanti in quattro specie di tre generi (Aepyornis, Mullerornis e un nuovo genere, Vorombe). Tuttavia, questa revisione rimane discutibile”.

La nuova scoperta sugli uccelli elefante grazie ai gusci d’uovo

Quella relativa alla classificazione delle specie è solo una piccola parte dello studio pubblicato su Nature Communications e c’è un’altra scoperta che svela un dettaglio inedito sugli uccelli elefante. Il team di ricerca della Curtin University di Bentley in Australia e dell’Università del Colorado Boulder ha raccolto ed esaminato oltre 960 frammenti di gusci d’uovo provenienti da quasi 300 località diverse del Madagascar, risalenti a un lungo lasso di tempo compreso all’incirca tra 1.290 e 6.190 anni fa.

Non solo l’analisi molecolare di tali gusci d’uovo ha reso possibile la scoperta di una sottospecie inedita nel Madagascar settentrionale (finora i resti degli uccelli elefante erano stati rinvenuti soltanto a sud dell’Isola), ma ha portato i ricercatori a un nuovo dettaglio sui “giganti estinti”: “Le misurazioni rivelano tre morfotipi, distinti sulla base dello spessore associato alle uova. Usando regressioni filogenetiche abbiamo stimato che le uova più sottili erano state deposte da esemplari più piccoli, mentre i frammenti più spessi derivavano da animali più grandi“, si legge nello studio.

I risultati della ricerca rappresentano un importante passo in avanti per risolvere la complessa storia di quelli che sono considerati a tutti gli effetti tra i più grandi uccelli che siano mai esistiti e, inoltre, “contribuiscono alla nostra comprensione di come gli uccelli elefanti vivevano e funzionavano all’interno degli ecosistemi unici del Madagascar, rafforzando il modo in cui il DNA antico dei gusci d’uovo è una strada promettente per studiare l’evoluzione e l’estinzione degli animali giganti“.