È successo qualcosa di assurdo alla forma del becco dei colibrì: la scoperta
Cosa si nasconde dietro il mutamento della forma del becco dei colibrì di Anna? Sembrerebbe una scoperta bizzarra ma è un adattamento evolutivo
In natura, ogni dettaglio ha uno scopo, specialmente quando si parla di adattamento. Ma cosa succede quando gli esseri umani, spesso inconsapevolmente, influenzano i tratti fisici di una specie selvatica? È proprio quello che è accaduto con i colibrì di Anna, una delle specie più diffuse lungo la costa occidentale del Nord America. Secondo un recente studio scientifico, la forma del becco dei colibrì è cambiata, e la causa è davvero sorprendente: le mangiatoie per colibrì installate nei giardini di molte case. Queste mangiatoie, solitamente realizzate in plastica colorata e riempite con acqua zuccherata, sono diventate un punto di riferimento costante per questi piccoli uccelli, al punto da innescare un vero e proprio processo evolutivo visibile nell’arco di poche generazioni.
Un adattamento sorprendente e rapidissimo
Lo studio, pubblicato sulla rivista Global Change Biology, ha analizzato oltre dieci generazioni di colibrì di Anna, comparando esemplari moderni con campioni museali risalenti addirittura al XIX secolo. Gli scienziati hanno osservato un chiaro allungamento e un assottigliamento del becco, caratteristiche che facilitano l’accesso al nettare contenuto nelle mangiatoie artificiali. Si tratta di un cambiamento non casuale, ma frutto di un’evoluzione guidata dall’ambiente modificato dall’uomo.
L’aspetto più sorprendente? Questo adattamento è avvenuto nel giro di pochissimi decenni. In genere, pensiamo all’evoluzione come a un fenomeno che richiede milioni di anni, ma in questo caso la forma del becco dei colibrì si è modificata davanti ai nostri occhi, e in tempi record.
I colibrì maschi diventano combattenti
Un’altra scoperta interessante riguarda i maschi della specie. Oltre ad aver sviluppato un becco più lungo, questi hanno visto il proprio becco diventare anche più appuntito. Il motivo? Le mangiatoie per colibrì sono diventate aree di forte competizione, e i maschi si sono adattati per poter respingere i rivali più efficacemente. Un becco più affilato, dunque, funziona anche come “arma” durante gli scontri territoriali, trasformando il punto di alimentazione in un’arena per il predominio.
Espansione territoriale e nuove sfide climatiche
L’influenza dell’uomo non si è limitata a modificare la morfologia degli uccelli, ma ha anche alterato il loro comportamento e la loro distribuzione geografica. I colibrì di Anna, che in passato vivevano principalmente in California, si sono spinti sempre più a nord, arrivando fino al Canada. Questo spostamento ha portato la specie a colonizzare ambienti più freddi, un cambiamento reso possibile proprio dalla presenza costante di mangiatoie che offrono cibo tutto l’anno.
Non solo: un altro fattore che ha contribuito è stata la diffusione dell’eucalipto, pianta non autoctona introdotta dall’Australia, ma che ora fornisce un’ulteriore fonte di nettare. Anche questa presenza è il risultato dell’intervento umano.
Un monito sulla forza dell’influenza umana
Questa storia è affascinante, ma porta con sé anche un messaggio importante. Il fatto che i colibrì si adattino alle nuove abitudini create dall’uomo dimostra quanto le nostre azioni abbiano impatti profondi sugli ecosistemi, anche quando sono involontarie. La forma del becco dei colibrì è cambiata, sì, ma non tutte le specie saranno altrettanto fortunate nell’adattarsi.
Come ha sottolineato uno degli autori dello studio, è la prova tangibile che l’evoluzione può avvenire molto più rapidamente di quanto pensiamo. Basta osservare con attenzione ciò che ci circonda per accorgersi che la natura sta rispondendo, a modo suo, alle trasformazioni che gli esseri umani continuano a imprimere sul pianeta.