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James Webb "paparazzato" nello spazio: la foto arriva sulla Terra

Il satellite dell'ESA Gaia "fotografa" quasi per caso il nuovo vicino di casa, il telescopio spaziale James Webb appena arrivato sul punto di Lagrange 2

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James Webb nella foto di Gaia Fonte foto: ESA/Gaia/DPAC; CC BY-SA 3.0 IGO

A un milione e mezzo di chilometri di distanza dalla Terra, nei pressi del Punto L2, o punto di Lagrange 2 del sistema Sole-Terra, è avvenuto un “incontro” particolare.

Gaia si trovava lì a misurare la posizione delle stelle della Via Lattea quando qualcuno, sulla Terra, ha pensato che l’occhio dell’ESA avrebbe potuto intercettare il nuovo vicino di casa: nel gennaio del 2022 è arrivato sul punto L2 anche il Telescopio Spaziale James Webb, e Gaia è riuscita a fotografarlo.

Gaia e la fotografia di James Webb

Gaia è un satellite dell’ESA impegnato, dal 2014, nella creazione della più precisa mappa tridimensionale della Via Lattea. James Webb è il telescopio spaziale più potente mai realizzato, ed è arrivato sul punto L2 molto più di recente, con lo scopo di svelare i segreti più remoti dell’Universo.

Poco prima dell’arrivo di Webb, Uli Bastian dell’Università di Heidelberg e Francois Mignard dell’Osservatorio di Nizza hanno previsto che il telescopio spaziale avrebbe attraversato, ad un certo punto della sua orbita, il campo di osservazione di Gaia.

Il satellite delll’ESA misura, ma non può fare delle vere fotografie; possiede però uno strumento capace di “vedere” James Webb: si tratta dello sky mapper, una sorta di “cercatore” con cui Gaia scansiona ogni sei ore delle “piccole” porzioni di cielo. Così, calcolato il momento in cui JWST sarebbe passato nel campo di osservazione del satellite Gaia, è bastato scaricare i dati grezzi della scansione della parte di cielo in cui si trovava il telescopio.

Gaia ha fotografato James Webb il 18 febbraio scorso, quando i due si trovavano a un milione di chilometri: la luce del Sole, riflessa sul gigantesco parasole in kapton del telescopio, è riuscita ad attraversare l’enorme distanza.

Lo ha comunicato per primo ai colleghi Francois Mignard, via email: “JWST: preso!”. Qualche giorno dopo è arrivata la conferma da parte dell’ESA: l’obiettivo è stato identificato, quello nella foto è proprio James Webb.

Un piccolo puntino luminoso

Ogni sei ore, lo sky mapper di Gaia scansiona una striscia di 360 gradi della sfera celeste, per poter individuare le stelle e le loro posizioni e quindi sistemare il resto delle strumentazioni a bordo. Una volta eseguito il compito, il contenuto delle registrazioni viene cancellato.

“Ma il computer” spiegano all’ESA “può essere impostato manualmente per conservare eccezionalmente una parte dei dati”, ed è quello che è stato fatto per far arrivare sulla Terra l’immagine di James Webb appena giunto a casa.

“Webb appare come un piccolo, debole puntino luminoso” agli occhi di Gaia, “senza dettagli visibili” continua l’ESA. Insieme, sul punto Lagrange 2, studieranno la nostra galassia e quello che c’è oltre i suoi confini, rivelando forse alcuni dei grandi misteri del nostro Universo.

I due vicini di casa si trovano su orbite molto differenti: larga e “piatta” quella a forma d’alone di Webb, stretta e avvolta su se stessa quella su cui si trova Gaia. Tra i due, che non sono poi così vicini, intercorrono distanze che vanno da un minimo di 400.000 fino a oltre un milione di chilometri. James Webb inizierà le sue osservazioni nel prossimo giugno; la missione di Gaia, che sarebbe dovuta finire nel 2018, durerà invece probabilmente fino al 2025.

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