James Webb potrebbe svelarci quanto è grande davvero l'Universo
Grande attesa per le prime osservazioni di James Webb: il telescopio spaziale potrebbe rivelarci quanto è davvero grande l'Universo
Il Telescopio Spaziale James Webb è quasi pronto ad iniziare il suo lavoro di osservazione dell’Universo. Il telescopio più potente mai costruito è arrivato al suo posto, intorno al punto di Lagrange 2 del sistema Sole-Terra, lo scorso 25 Gennaio.
I test e la messa a punto degli strumenti proseguono con successo, mentre crescono le aspettative della comunità scientifica sulle grandi scoperte sull’Universo che Webb potrebbe regalarci.
Un numero di stelle mai visto prima
James Webb sarà in grado di osservare un numero di stelle mai visto prima, in una risoluzione che promette di essere strabiliante. Come sostiene Daniel Weisz della University of California, principal investigator del programma ERS (Early Release Science), James Webb “combina la visione infrarossa di Spitzer con la sensibilità e la risoluzione di Hubble”.
James Webb inizierà le sue osservazioni dal Gruppo locale, composto da circa venti galassie, che include anche la Via Lattea e che secondo gli scienziati può rivelarci molte informazioni sulla forma dell’Universo nelle sue prime fasi di esistenza. “Sarà una sorta di laboratorio in cui studiare le galassie nel dettaglio, in ogni loro componente” spiega Martha Boyer, astronoma del team ERS.
Il programma ERS, guidato da Weisz, si occuperà di rendere immediatamente disponibili i dati raccolti da James Webb a tutta la comunità scientifica, affinché tutti gli astronomi possano utilizzarli ai fini delle proprie ricerche.
Da James Webb si attendono importanti indizi sul ciclo di vita delle stelle e sulle prime fasi dell’Universo: grazie alle sue strumentazioni ad infrarossi, Webb consentirà lo studio di oggetti dello spazio finora rimasti a noi nascosti da polveri e gas nello spettro visibile.
Sarà in grado di guardare dove non abbiamo mai guardato prima, e di osservare le singole stelle con un dettaglio mai visto sinora: potrà quindi aiutarci a comprendere come appariva l’Universo 13 miliardi di anni fa, guardando ad alcune galassie nane nei “dintorni” della nostra. Ma il programma ERS prevede di andare ancora oltre le stelle.
Quanto è grande l’Universo
James Webb potrebbe anche rivelarci importanti indizi sull’energia oscura, sostiene Weisz. La capacità di analizzare la luce emessa dalle singole stelle permetterà infatti di misurare alcuni indicatori di distanza stellari, chiamati “candele standard”, che gli scienziati usano come riferimento per calcolare la distanza tra le stelle e di conseguenza il tasso di espansione dell’Universo.
I dati raccolti da James Webb potrebbero quindi fare luce su uno degli enigmi che dominano la nostra attuale conoscenza dell’Universo e delle sue leggi: il telescopio spaziale verrà usato per studiare l’energia oscura, la potente e misteriosa forza che guida l’accelerazione dell’Universo.
L’Universo non ha una grandezza fissa: fu Edwin Hubble, nel 1929, a osservare le galassie allontanarsi una dall’altra; da allora sappiamo che è in espansione. E che si espande sempre più rapidamente, guidato da questa misteriosa energia oscura, che è la più diffusa nel cosmo.
L’energia oscura è una sorta di forza antigravitazionale che spinge le stelle e le galassie ad allontanarsi l’una dall’altra, la forza che secondo alcune teorie condurrà alla fine dei tempi alla disgregazione dei sistemi, delle galassie e dell’Universo.
Calcolare quanto è grande l’Universo, in sostanza, significa calcolare la velocità cui si espande, e gli scienziati sperano di avere nuovi importanti indizi sin dalle prime osservazioni di James Webb.