Ascoltare musica prima di dormire può far male: danni al cervello e al sonno
Ascoltare troppa musica può avere effetti negativi sull’addormentarsi e sul ciclo del sonno. È quanto è emerso in un recente studio
Molte persone ascoltano la musica per addormentarsi, ma un nuovo studio rivelerebbe che l’effetto potrebbe non essere così salutare. Le melodie che invadono il nostro cervello durante la notte potrebbero causare problemi nell’addormentarsi e creare difficoltà al regolare ciclo del sonno. L’indagine è stata pubblicata sul Psychological Science. Il neuroscienziato Michael Scullin, della Baylor University, che ha effettuato i test su 50 volontari, ha affermato che “il cervello continua a elaborare la musica anche quando non sta suonando, mentre dormiamo”.
Lo studio sui danni della musica prima e durante il sonno
Scullin e i suoi colleghi hanno sottoposto 199 persone a un sondaggio e 50 volontari a un test di laboratorio sul sonno con lo scopo di misurare come l’ascolto della musica, prima di andare a dormire, influisca sul riposo. In particolare, il team si è concentrato su melodie orecchiabili, tecnicamente note come “immagini musicali involontarie”.
Nella parte del sondaggio, invece, i partecipanti che ascoltavano frequentemente musica durante il giorno hanno segnalato di avere spesso problemi notturni, che quindi avevano un effetto negativo sulla qualità del sonno durante la notte. Nel test di laboratorio, sono state fatte ascoltare le versioni strumentali o standard di “Shake It Off” di Taylor Swift, “Call Me Maybe” di Carly Rae Jepsen e “Don’t Stop Believin’” di Journey, mentre per misurare la successiva qualità del sonno, sono stati utilizzati i test di polisonnografia.
I risultati dell’indagine mostrerebbero che le melodie orecchiabili possano disturbare il sonno, ma sorprendentemente le versioni strumentali delle canzoni hanno causato circa il doppio dei problemi rispetto alle versioni vocali.
Musica per chi soffre di insonnia: quali i danni
Le scansioni cerebrali hanno mostrato oscillazioni più lente durante il sonno nelle persone che hanno riferito di avere una melodia in testa, un segno di riattivazione della memoria. La regione del cervello coinvolta, la corteccia audio primaria, è anche collegata all’elaborazione delle melodie che rimangono in testa quando le persone sono sveglie.
Se precedenti studi avevano collegato l’ascolto della musica a tarda notte con un sonno migliore per chi soffre di insonnia, i ricercatori della nuova ricerca suggeriscono che in realtà il ciclo del riposo potrebbe peggiorare perché, anche una volta spenta la musica, il nostro cervello continua a elaborarla per diverse ore.
Scullin ha quindi suggerito di evitare di ascoltare canzoni subito prima di andare a letto per limitare la possibilità che una melodia orecchiabile resti bloccata nella nostra testa. Se l’armonia può non essere l’ideale per una buona dormita, diventa invece utile per combattere il Covid-19. Un ricercatore del Mit ha trasformato in musica gli anticorpi in grado di combattere e neutralizzare il virus del Sarscov2.
Stefania Bernardini