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Open AI sta per portare l'intelligenza artificiale sui robot umanoidi

Secondo fonti interne OpenAI potrebbe entrare nel settore della robotica umanoide, iniziando a produrre i propri robot alimentati dall’intelligenza artificiale

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Robot Fonte foto: Stokkete/Shutterstock

Secondo fonti interne, OpenAI si sta preparando ad entrare nel settore della robotica umanoide, scegliendo una strategia ben precisa: lo sviluppo di una propria gamma di robot alimentati dall’intelligenza artificiale proprietaria.

Un’indiscrezione che, in realtà, era nell’aria già da qualche tempo e che arriva a circa quattro anni dalla chiusura della divisione robotica (avvenuta ormai nel 2021), che ha spinto l’azienda di Sam Altman a concentrarsi principalmente sui modelli AI, dedicandosi all’ormai ben noto ChatGPT.

Cosa sappiamo dei robot di OpenAI

La fonte interna all’azienda che ha condiviso queste informazioni, ha sottolineato che questa decisione arriva in un momento cruciale del settore che, secondo gli esperti, dovrebbe registrare numeri in crescita fino al 2032, arrivando a un valore di mercato di oltre 60 miliardi di dollari.

Una crescita dovuta per buona parte anche allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, che sta rendendo i robot sempre più autonomi ed efficienti, al punto da spingere anche un colosso come OpenAI a “tornare sui propri passi”, riaprendo la divisione che opera nel settore della robotica, celebre principalmente per l’addestramento di un braccio robotico e per la creazione di Roboschool, una suite di strumenti di simulazione per l’istruzione dell’intelligenza artificiale applicati alla robotica.

Da quello che sappiamo, comunque, l’azienda di Sam Altman di recente ha investito in alcune startup specializzate come Figure AI, con cui aveva già collaborato in passato e che stanno ottenendo risultati notevoli in questo settore, come il robot umanoide Figure 02, ad esempio, che grazie ai modelli AI (sviluppati proprio da OpenAI) è in grado di comprendere e interpretare i comandi vocali degli utenti per essere utilizzato in contesti industriali.

Altro investimento interessante è quello in 1X, un’azienda norvegese che ha sviluppato EVE, un altro robot umanoide su ruote che è riuscito a raggiungere una velocità di ben 15,7 Km/h.

In entrambi i casi, gli androidi sfruttano l’Embodied Learning, un utilizzo avanzato all’AI sviluppato per integrare il software direttamente con la costituzione fisica del robot stesso, permettendo all’automa di interagire direttamente con l’ambiente in cui opera, apprendere e adattarsi in base alle varie situazioni.

Sembra, inoltre, che OpenAI stia lavorando anche alla progettazione di chip AI personalizzati (insieme a Broadcom e Taiwan Semiconductor Manufacturing Co.) che avranno il compito di ottimizzare le performance del software di intelligenza artificiale utilizzati dai (futuri) robot umanoidi in via di sviluppo.

Quando arrivano i primi robot di OpenAI

Al momento, stando sempre alle fonti interne a OpenAI, la costruzione dei propri robot umanoidi non è ancora centrale per l’azienda che continuerà a dedicarsi, prima di tutto, allo sviluppo di nuovi modelli basati sull’intelligenza artificiale, per far evolvere ulteriormente ChatGPT.

Tra i progetti più recenti, infatti, ci sono i nuovi o3 e o3-mini, che sono stati sviluppati per eseguire ragionamenti complessi ma che, al momento, sono ancora in fase di test.

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