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Perché la UE sta indagando su Aliexpress

La Commissione Europea ha avviato formalmente un procedimento ai danni AliExpress: il celebre e-commerce è sotto inchiesta per sospetta violazione del Digital Services Act

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europa dma dsa Fonte foto: Shutterstock

La Commissione Europea ha avviato formalmente un procedimento ai danni di AliExpress, allo scopo di valutare se il celebre e-commerce possa aver violato una sfilza di articoli del Digital Services Act (DSA), il nuovo regolamento che disciplina il funzionamento dei grandi servizi digitali, compresi gli store online.

Il DSA è stato approvato per tutelare il più possibile il consumatore europeo, sia da piattaforme con sede legale nell’Unione, sia straniere. Proprio le piattaforme straniere, Americane e Cinesi, sono quelle che hanno un’impostazione più lontana dalla mentalità giuridica della UE, motivo per cui sono le più colpite dal Digital Services Act.

UE contro AliExpress, cosa sta succedendo

Il procedimento formale parte da un’indagine preliminare condotta dalla Commissione Europea che dovrà, quindi, fare quanto in suo potere per verificare eventuali mancanze da parte dell’e-commerce cinese su tutti questi aspetti fondamentali:

  • gestione e mitigazione di rischi
  • moderazione dei contenuti
  • gestione dei reclami
  • trasparenza della pubblicità e dei sistemi di raccomandazione
  • tracciabilità degli operatori
  • accesso ai dati personali degli utenti da parte dei ricercatori

Diversi i punti dell’inchiesta, si parte dalla valutazione e mitigazione dei rischi sistemici riguardo alla diffusione di contenuti illeciti e alla mancata tutela dei consumatori sulla vendita di alcuni prodotti presenti sul sito che rappresentano un rischio per la salute. Tra questi ci sono:

  • medicinali
  • alimenti contraffatti
  • integratori alimentali

Oltre a questo, la valutazione riguarda anche l’accesso a materiale pornografico per i minori; materiale che sarebbe ancora presente sul sito ufficiale e su cui la piattaforma non sarebbe intervenuta per limitarne la diffusione.

Bisogna aggiungere anche la mancanza di misure di contrasto efficaci per prevenire la diffusione di contenuti illegali, la completa assenza di un qualsiasi sistema di prevenzione dei link nascosti e l’assenza di misure per intervenire sulla promozione di prodotti illegali o dannosi attraverso il programma di affiliazione offerto da AliExpress.

Tra gli altri punti contestati dall’UE anche l’impossibilità da parte di utenti non registrati di segnalare eventuali contenuti illeciti (e l’assenza della conferma di ricezione di tale segnalazione) e l’incapacità della piattaforma di fornire un sistema efficiente per la gestione dei reclami.

E ancora, la Commissione Europea segnala anche una mancanza di informazioni da parte dei commercianti che utilizzano AliExpress (inclusi quelli del programma affiliazione), poca trasparenza sui sistemi di raccomandazione dei prodotti sul sito, contestando l’assenza di almeno un’opzione che non sia basata sulla profilazione degli utenti.

Inoltre, su AliExpress non è presente alcun archivio consultabile per gli annunci pubblicitari e per i dati registrati dalla piattaforma.

Cosa succederà a AliExpress

Con l’avvio di un procedimento, la Commissione Europea è autorizzata a continuare le indagini e a richiedere ulteriori informazioni alla piattaforma, anche tramite interviste o ispezioni.

Inoltre, se venisse appurata la non conformità al DSA, la commissione può chiedere all’e-commerce di assolvere ai provvedimenti in oggetto e rimediare alle eventuali mancanze anche tramite misure restrittive.

Commentando il procedimento, il commissario al Mercato interno Thierry Breton ha detto che “La legge sui servizi digitali non riguarda solo l’incitamento all’odio, la disinformazione e il cyberbullismo, è presente anche per garantire la rimozione dei prodotti illegali o non sicuri venduti nell’Ue tramite piattaforme di commercio elettronico. Questo non è negoziabile e per operare nel mercato unico dell’Ue anche AliExpress deve rispettare pienamente il DSA.

 

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