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Pornhub, indagine del Garante privacy: come non farsi tracciare

Pornhub, la celebre piattaforma per i contenuti pornografici, è stata accusata dal Garante italiano della Privacy di raccolta e trattamento illegale dei dati dei visitatori

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pornhub Fonte foto: Hamara / Shutterstock

Pornhub, la celebre piattaforma dedicata ai contenuti pornografici, ha attirato le attenzioni del Garante della Privacy italiano che ha chiesto a MG Freesites Ltd (la società che possiede e gestisce il sito) di fornire informazioni sulla gestione dei dati personali dei visitatori della piattaforma.

L’obiettivo di questa richiesta è di capire se, realmente, Pornhub effettua una profilazione degli utenti che visitano la piattaforma e quali strumenti utilizza per farlo.  Da questo momento MG Freesites ha, quindi, venti giorni per fornire quanto richiesto dall’autorità.

Pornhub: le richieste del Garante della Privacy

Con una nota sul sito ufficiale il Garante per la protezione dei dati personali ha fatto sapere di aver chiesto a MG Freesites Ltd informazioni sulla versione italiana di Pornhub. L’indagine è stata aperta dopo il reclamo di un utente che ha accusato il colosso della pornografia online di profilare gli utenti che accedono alla piattaforma attraverso raccolta e trattamento di dati illegale.

Il Garante Privacy chiede chiarimenti riguardo la profilazione degli utenti e sugli strumenti utilizzati per la raccolta di tali informazioni. Riguardo l’uso dei cookie e degli altri strumenti di tracciamento, la società cipriota dovrà indicare la base giuridica del trattamento dei dati (sia per gli utenti con account e sia per quelli che visitano la piattaforma senza autenticarsi) e che tipo di indicazioni vengono effettivamente raccolte.

MG Freesites Ltd dovrà anche rendere note le modalità di richiesta del consenso per la raccolta di tali dati e dovrà chiarire se le informazioni sono state condivise con terze parti, indicando con chi e se gli utenti siano stati preventivamente informati della cosa. Infine il Garante della Privacy ha  richiesto delucidazioni anche sulle modalità di verifica dell’età anagrafica e sull’esercizio dei diritti in tema di protezione dei dati personali.

Come non farsi tracciare su Internet

Tra le soluzioni migliori per non farsi tracciare sul web c’è sicuramente la modalità anonima presente all’interno di ogni browser, chiamata anche Navigazione privata, o Modalità in incognito. Questa impostazione blocca la registrazione sul computer di tutte le attività svolte in rete, nascondendo l’identità degli utenti.

Naturalmente questo sistema non rende invisibili gli utenti e si limita a impedire al browser di registrare la cronologia di navigazione, i cookie e le varie informazioni inserite nei moduli, tutte informazioni che verranno eliminate non appena si chiuderà la sessione di navigazione. È bene ricordare che alcuni dati sulla navigazione non saranno nascosti, come i file scaricati e, chiaramente, l’indirizzo IP della connessione utilizzata.

Una soluzione più efficace consiste nell’utilizzare una VPN (Virtual Private Network), un sistema che consente di nascondere tutte le attività in rete e di mascherare il proprio indirizzo IP.

Si tratta di una vera e propria rete privata, accessibile solo dagli utenti autorizzati (in possesso di nome utente e password) che ha il compito di proteggere il traffico di dati e le informazioni personali da qualsiasi sguardo esterno, creando una specie di “ponte virtuale” che permetterà l’uso di una connessione criptata e completamente anonima.

Queste connessioni criptate vengono utilizzate specialmente in ambiti aziendali per tenere al sicuro i pacchetti di dati inviati in rete, ma garantiscono anche un livello di privacy molto elevato anche per le attività quotidiane, nascondendo l’identità della persona che sta navigando anche ai vari siti web visitati (incluso Pornhub).

 

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