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Garante Privacy blocca DeepSeek, ma l'AI funziona lo stesso

Le risposte di DeepSeek al Garante Privacy italiano sono state ritenute insufficienti a garantire la protezione dei dati degli utenti, ma l'app non è stata bloccata

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DeepSeek Fonte foto: Mojahid Mottakin / Shutterstock

Il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto il blocco del trattamento dei dati degli utenti italiani da parte di DeepSeek, l’intelligenza artificiale sviluppata da due società cinesi, Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e Beijing DeepSeek Artificial Intelligence.

La decisione, presa in via d’urgenza, potrebbe anticipare provvedimenti simili in altri paesi europei, data la crescente attenzione delle autorità sulla gestione dei dati da parte dei modelli di IA. La vicenda solleva interrogativi importanti sulla conformità di tali tecnologie alle normative sulla privacy e sulla loro trasparenza.

Perché il Garante ha bloccato DeepSeek

Il provvedimento del Garante è stato adottato a seguito di una comunicazione ritenuta insufficiente da parte delle società cinesi. Queste, infatti, hanno dichiarato di non operare in Italia e di non essere soggette alla normativa europea, contrariamente a quanto sostenuto dall’Autorità.

Il Garante ha dunque disposto la limitazione del trattamento dei dati degli utenti italiani e aperto un’istruttoria.

L’Autorità, tenendo in considerazione il potenziale rischio elevato per i dati di milioni di persone in Italia, ha richiesto alle due società e alle loro affiliate di confermare quali dati personali vengono raccolti, da quali fonti, per quali finalità e su quale base giuridica si fonda il loro trattamento. Inoltre, è stata richiesta chiarezza sulla localizzazione dei server, chiedendo se i dati fossero conservati in Cina.

Le associazioni dei consumatori Altroconsumo ed Euroconsumers avevano precedentemente segnalato DeepSeek al Garante Privacy per gravi violazioni del GDPR, con particolare riferimento all’archiviazione dei dati su server in Cina senza adeguate misure di protezione e all’accesso non trasparente ai dati da parte delle autorità cinesi.

Le associazioni hanno anche evidenziato una mancanza di chiarezza sulla base giuridica del trattamento dei dati, un’informativa incompleta, potenziali attività di profilazione e decisioni automatizzate senza garanzie, procedure confuse per l’esercizio dei diritti degli utenti e mancanza di una chiara procedura per la protezione dei minori.

DeepSeek è bloccato in Italia? No

Nonostante il blocco del trattamento dei dati degli utenti italiani, DeepSeek è ancora accessibile in Italia.

Il provvedimento del Garante limita l’utilizzo dei dati personali degli utenti italiani, impedendo che l’AI utilizzi i dati inseriti per fornire le risposte più complete e personalizzate. Ciò non impedisce l’utilizzo di DeepSeek in altre lingue come l’inglese o il cinese.

Il modello di IA può essere utilizzato per le sue funzionalità di base, anche se le risposte potrebbero risultare meno accurate o pertinenti, a causa della limitazione all’utilizzo dei dati personali.

DeepSeek: nuovi dubbi sulla censura

Le preoccupazioni su DeepSeek non riguardano solo la privacy. Un recente report ha evidenziato come l’AI si rifiuti di rispondere all’85% delle domande su argomenti sensibili relativi alla Cina, come la protesta di Piazza Tienanmen, l’autonomia di Taiwan o il trattamento degli uiguri.

Queste risposte, spesso evasive e con una “tono nazionalistico esagerato“, sembrano essere il risultato di una censura implementata in modo “rozzo” dal Partito Comunista Cinese, secondo i ricercatori.

DeepSeek è stato anche segnalato per la sua facilità con cui può essere “jailbroken“, un termine tecnico che indica l’aggiramento dei blocchi e dei filtri imposti all’AI.

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