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SCIENZA

Scoperti tesori sepolti, risalenti a più di 3 mila anni fa

Gli scavi archeologici nel sud-ovest della Cina hanno portato alla luce manufatti fondamentali per studiare le antiche rotte commerciali

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Scoperte meraviglie sepolte, risalenti a più di 3 mila anni fa Fonte foto: Getty Images

L’archeologo è uno di quei mestieri che tutti i bambini hanno sognato di fare, a un certo punto della loro infanzia. Scavare con impegno e dedizione per riportare alla luce ossa di dinosauro o antichi reperti di civiltà antichissime. Ed effettivamente spesso queste stesse scoperte ci fanno rimanere a bocca aperta, per lo stato in cui sono conservate o per i misteri che nascondono, ancora oggi. Come è successo nel caso degli ultimi ritrovamenti in Cina.

Gli scavi in Estremo Oriente

Siamo a Chengdu, nella parte sud occidentale della Cina. In particolare, il sito degli scavi archeologici si chiama Sanxingdui, che poi ha dato il nome alla civiltà antichissima a cui appartenevano gli oggetti ritrovati. Tra l’altro, la Cina non è nuova a scoperte davvero interessanti.

Ma torniamo a noi: durante degli scavi, gli archeologi e gli scienziati hanno rinvenuto addirittura 13mila manufatti che risalgono a tremila anni fa, quando in Grecia antica si stavano sviluppando le prime civiltà avanzate a Creta e a Micene. Tra le scoperte ci sono anche oggetti molto belli e molto importanti per definire i contorni della popolazione a cui appartenevano. Sono reliquie di oro, bronzo e giada.

In particolare, è stata rivenuta una scatola di tartaruga, che è un oggetto estremamente prezioso, oltre a essere il primo del suo genere: non ne era mai stato trovato uno simile. “Non sarebbe esagerato dire che questa reliquia è unica, grazie alla sua forma distintiva, alla raffinata fattura e al design squisito. Anche se non conosciamo lo scopo di questo vaso, possiamo presumere che gli antichi lo adorassero”, ha spiegato Li Haishao, uno degli autori delle scoperte.

Un altro ritrovamento interessante è quello di un altare sacrificale in bronzo, alto circa un metro. Gli archeologi hanno ipotizzato che fosse usato per i sacrifici perché intorno hanno ritrovato semi di bambù e di soia e resti di animali, probabilmente usati proprio come scambi sacrificali.

Una civiltà misteriosa

Queste scoperte aiutano gli archeologi a aprire una finestra su una popolazione ancora parzialmente sconosciuta, quella Sanxingdui. Secondo Ran Honglin, direttore dell’Istituto di Archeologia e Reliquie Culturali di Sanxingdui, la diversità di oggetti ritrovati nel sito può essere spiegata con la tendenza di questa civiltà al commercio.

Una teoria supportata da altri fatti: sugli oggetti sono state ritrovate anche delle incisioni. Alcune sono molto specifiche: c’è una creatura con il corpo di serpente e la testa di uomo, che è tipica dell’antica civiltà Shu, che visse contemporaneamente alla Sanxingdui ma nel bacino di Sichuan, una regione centrale della Cina. E poi ci sono vasi cerimoniali noti come Zun, un simbolo della regione dello Zhongyuan, un po’ più a nord rispetto al Sichuan. Tutti reperti che possono essere arrivati in Sanxingdui solo attraverso il commercio.

Sono quindi scoperte importanti non solo per capirne di più su questa civiltà nello specifico, ma anche per sapere quali erano le rotte commerciali nella Cina di tremila anni fa, e come si comportavano popolazioni diverse quando entravano in contatto l’una con l’altra. A volte, anche le scoperte archeologiche più piccole risultano essere rivoluzionarie, come è successo recentemente in Francia. Un lavoro che richiede precisione e attenzione, ma che è molto importante per capire da dove veniamo.

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