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SCIENZA

Sotto la superficie di Marte hanno rilevato qualcosa di inaspettato

E se Marte non fosse quel deserto freddo e arido che tutti pensavamo? Gli scienziati hanno rilevato la presenza di qualcosa di inaspettato sotto la sua superficie.

Negli ultimi anni la scienza ha fatto enormi passi avanti nell’esplorazione di quanto avviene nello spazio: Marte è senza dubbio uno dei corpi celesti più studiati e, nonostante le grandi scoperte già avvenute, sono ancora tantissimi i segreti che il pianeta rosso ha in serbo per noi. Come ad esempio il fatto che potrebbe esserci stata un’intensa attività vulcanica non troppo lontana nel tempo, e che ancora oggi sotto la sua superficie potrebbe scorrere lava fusa.

Marte, c’è lava fusa sotto la sua superficie

Proseguono senza sosta gli studi su Marte, che negli ultimi periodi hanno dato risultati davvero interessanti. Sappiamo già molto sul pianeta rosso, sia dal punto di vista morfologico che da quello dell’abitabilità: è ormai assodato, ad esempio, che in passato sia stato popolato da forme di vita probabilmente microscopiche, una scoperta che ha decisamente riacceso l’interesse di scienziati e semplici curiosi in tutto il mondo. Ma ora gli esperti hanno rilevato qualcosa di inaspettato sotto la superficie del pianeta, un dettaglio che potrebbe riscrivere completamente la sua storia.

Abbiamo sempre creduto che Marte fosse un deserto freddo e arido, dove l’attività vulcanica si era ormai spenta da almeno 4 miliardi di anni. Il lander InSight, una sonda spaziale della NASA atterrata sulla superficie marziana nel novembre 2018 per studiare l’attività sismica del pianeta, ha permesso di individuare qualcosa che gli scienziati non si aspettavano affatto. Un team di esperti internazionali, guidato dall’ETH di Zurigo, ha analizzato oltre 20 terremoti (su più di 1.300 che si sono verificati su Marte dall’atterraggio della sonda), la maggior parte dei quali proveniva da una regione piena di fratture semiparallele, Cerberus Fossae.

Alcuni di questi terremoti potrebbero essere stati innescati da una sorgente calda, e gli scienziati hanno ipotizzato che tale fenomeno potesse spiegarsi solamente con la presenza di lava fusa sotto la superficie. Così, hanno esaminato le immagini satellitari provenienti dalla regione coinvolta dai terremoti, individuando dei depositi di polvere scura situati ad oltre 5 metri di profondità. “Questo indica prove geologiche di attività vulcaniche più recenti, forse avvenute negli ultimi 50mila anni, relativamente giovani in termini geologici” – ha affermato Simon Staehler, autore principale della ricerca pubblicata su Nature.

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La scoperta che riscrive la storia di Marte

Il rinvenimento avvenuto sotto la crosta marziana apre nuovi scenari sulla formazione del pianeta e sulla sua attuale conformazione. Gli scienziati sapevano che Marte ha vissuto un periodo di intensa attività vulcanica, testimoniata anche dalla presenza di vulcani e antiche colate laviche ancora visibili sulla superficie del pianeta. Tuttavia, si è a lungo ritenuto che tale attività si fosse interrotta ormai ben 4 miliardi di anni fa. Recenti scoperte avevano già modificato la linea temporale, facendo sospettare che nella regione di Cerberus Fossae il vulcanismo fosse rimasto attivo negli ultimi 10 milioni di anni. E se invece non si fosse mai spento?

L’analisi dei terremoti e la scoperta di depositi di polvere scura fanno credere che ci sia ancora della lava fusa sotto la crosta del pianeta. “È possibile che ciò che stiamo vedendo siano gli ultimi resti di questa regione vulcanica un tempo attiva, o che il magma si stia spostando verso est, verso il sito della prossima eruzione” – ha spiegato Staehler. Questo potrebbe cambiare la nostra conoscenza su Marte e sulla sua storia, dal modo in cui il pianeta si è formato alla sua attuale morfologia.