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SCIENZA

Ghiacciai, foreste e Oceani al collasso: cosa sta succedendo? Vicini al "punto di non ritorno"

Centinaia di scienziati hanno lanciato l’allarme: le emissioni che riscaldano il pianeta devono essere eliminate subito: si rischia il punto di non ritorno per il pianeta

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Il genere umano si è ormai assuefatto agli stati d’emergenza climatica. Ciò rappresenta di certo un gravissimo pericolo, perché si ha la sensazione che ormai non ci sia più nulla da perdere. Tanto vale vivere per quanto ci resta, ignorando di fatto le future generazioni che stiamo mettendo al mondo.

Il mondo della scienza però ci avverte che c’è ancora qualcosa che possiamo fare, di certo. Il pianeta può essere salvato ma occorre agire immediatamente. Il punto di non ritorno per la Terra si avvicina.

L’allarme dalla Groenlandia

Il principale responsabile dell’innalzamento del livello del mare, su scala globale, è lo scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia. Alcuni esperti hanno lanciato l’allarme: ben presto potrebbe superare la soglia di una spirale irreversibile, che condurrà alla sua sparizione. Non oggi, certo, ma la “morte” sarà inevitabile.

Un punto di non ritorno, dunque, ben spiegato da un nuovo rapporto che vanta il contributo di più di 200 ricercatori. Si legge come il riscaldamento globale innescherà, di questo passo, non soltanto il collasso della calotta glaciale della Groenlandia. I punti critici nel sistema climatico dell’intero pianeta aumenteranno a dismisura. Le conseguenze, superata una certa soglia, saranno gravissime e soprattutto inarrestabili.

Ciò vuol dire che la Terra è condannata? In realtà il discorso, in questo campo, riguarda quasi principalmente la razza umana. Il pianeta ha ampiamente dimostrato di sapersi curare. Basti pensare al benessere dato all’ambiente durante il Covid, che ci ha costretti a restare reclusi e inquinare di meno.

Gli scienziati avvertono però su quelle che saranno conseguenze che dureranno secoli, caratterizzando la vita di numerose generazioni dopo di noi. Tra le raccomandazioni c’è ovviamente la rapida eliminazione delle emissioni di gas a effetto serra, che derivano dall’uso del suolo da parte dell’uomo e dall’uso di combustibili fossili.

In tale scenario, ben si incastra l’impegno dei principali Paesi del mondo di mantenere il riscaldamento globale post fase industriale al di sotto del +1,5 gradi Celcius. Il problema, però, è che le iniziative attuate, ad oggi, sono minime e poco efficaci. Occorre una rivoluzione ma i contrasti politici lo impediscono. Per raggiungere tale traguardo, conti alla mano, sarebbe necessario poter vantare emissioni zero entro il 2050, che ad oggi appare utopico.

Una Terra diversa

Aumenta di giorno in giorno la preoccupazione per le condizioni della Groenlandia, di fatto termometro dello stato della Terra. Non è ancora chiaro e incontrovertibile il limite massimo che questa calotta potrà sostenere, oltre il quale si raggiungeranno conseguenze inarrestabili. Per alcuni scienziati basterebbe superare anche di poco la soglia di 1,5 gradi Celcius. Dall’epoca preindustriale a oggi, però, le temperature sono già aumentate di 1,1 e 1,3 gradi.

Superata questa soglia, che molti danno ormai per scontato verrà ampiamente sorpassata, si verificheranno altri eventi critici, come la perdita inarrestabile di ghiaccio nell’Antartide occidentale, il disgelo dilagante del permafrost e la diffusa moria di coralli e il collasso del giro subpolare dell’Atlantico settentrionale.

Nessuna ipotesi, tra queste, è ancora certa e di certo non accadrà tutto all’istante. Si tratta però di previsioni devastanti, che fanno temere per il destino dei nostri figli e nipoti. Il mondo per loro, e in parte anche per noi, sarà un luogo drammaticamente differente da quanto conosciuto fino a oggi. Saranno in atto trasformazioni che richiederanno secoli o millenni per risolversi.

I governi mondiali fanno guerre e discutono di sistemi economici e politici, quando la questione ambientale dovrebbe essere l’unica sul tavolo. Ne va della nostra sopravvivenza, eppure in tanti ancora ritengono che si tratti di esagerazioni scientifiche.

Il rapporto consiglia l’eliminazione di combustibili fossili, ma non solo. I Paesi dovrebbero rafforzare le strutture globali per adattarsi agli impatti climatici inarrestabili. Le popolazioni più vulnerabili dovranno essere sostenute, ma soprattutto i vari governi dovrebbero coordinarsi, al fine di ottenere il maggio impatto positivo possibile. La società mondiale va ripensata e trasformata, riducendo le emissioni e puntando tutto sulla ricerca scientifica.

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