Verme predatore, scoperta una specie "aliena" in Italia: è invasiva
L'Humbertium Covidum è un verme invasivo originario dell'Asia che è stato segnalato per la prima volta dalle nostre parti
Friedrich Nietzsche ne era convinto, ogni verme merita di essere definito “umile”. Sarà anche vero per una serie di motivi, ma una recente scoperta in Italia ha reso necessario un nuovo aggettivo per questa specie. Nel nostro paese è stata trovata quasi per caso una nuova specie aliena, non certo extraterrestre ma semplicemente propria di altri ambienti e che può essere molto invasiva. Si tratta di un verme predatore che è stato scoperto in un cortile di Casier, piccolo comune in provincia di Treviso. Le sue caratteristiche sono presto dette: ha una testa dalla tipica forma a martello, ha una colorazione nera e “metallica”, oltre ad essere goloso di piccole lumache.
Come è facile intuire, questo verme non ha nulla a che fare con il nostro territorio. È tipico del continente asiatico (ma non solo) e ha un nome piuttosto particolare e difficile da ricordare, vale a dire Humbertium Covidum. Il suo studio, infatti, è avvenuto in piena pandemia e gli scienziati hanno voluto omaggiare le vittime del coronavirus con una denominazione tanto strana. L’arrivo in Italia non promette nulla di buono per la sua invasività, ma cosa significa in termini pratici questo rischio? Le specie invasive costituiscono una minaccia importante e in rapido aumento per la biodiversità autoctona. Esemplari come quello appena descritto sono capaci di insidiarsi in ambienti per loro inconsueti e sopraffare la fauna già presente.
Tante segnalazioni e avvistamenti
Il nostro paese è comunque in “buona” compagnia. Il verme è stato descritto anche in Francia, per la precisione nella zona dei Pirenei Atlantici, ma non sono rare le segnalazioni e gli avvistamenti in altre nazioni come Russia e Giappone. Tra l’altro, la specie in questione può fare danni ancora maggiori insieme a un altro verme, il Diversibipalium mayottensis che è stato individuato per la prima volta nell’isola di Mayotte, in Mozambico. In questo caso il colore è più tendente al marrone, con sfumature di verde e blu.
Una diffusione molto rapida
A questo punto sorge spontanea una domanda: come è riuscito questo verme a diffondersi tanto rapidamente ed in paesi così diversi? L’ipotesi più probabile è che la specie sia stata trasportata direttamente dall’Asia a causa di qualche pianta importata in cui l’invertebrato aveva trovato rifugio. Basta un singolo esempio per capire quanto sia dannoso. I vermi provenienti dalla Nuova Zelanda sono diventati invasivi nel giro di pochissimo tempo in Gran Bretagna. Proprio nella nazione della Regina Elisabetta, la biomassa di lombrichi ha subito un calo di ben venti punti percentuali.
Oltre a questo verme, sono diverse le specie invasive che mettono a rischio la biodiversità mondiale. Un esempio eclatante e ben conosciuto da tutti è quello della zanzara tigre, originaria dell’Asia e capace di diffondersi praticamente in ogni parte del pianeta con le sue fastidiose punture. Non è da meno la cimice asiatica (ancora una volta lo stesso continente!): scoperta per la prima volta nel 1998, si è espansa a macchia d’olio in tutto il mondo per colpa di una spedizione un po’ distratta e non meglio documentata. La speranza è che l’Humbertium Covidum non abbia le stesse fortune di questi insetti.